Page 17 - Marzo-2021
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Vita Ciociara                                                  pagina  17




         luppo sociale e culturale. Si ricor-  alle pendici del monte Solo;         stume tradizionale. Al termine della
         dano:                                Festa patronale di S. Sinforo Mar-    sfilata (nel piazzale antistante le
         Festa del Maggio – in occasione  tire, con cerimonia finale dello scam-    grotte) avviene la distribuzione gra-
         della festa patronale dedicata a S.  bio tra il vecchio e il nuovo mastro di  tuita delle ciliegie e la premiazione
         Elena (madre dell’imperatore Co-     festa.                                del carro più bello e significativo, il
         stantino) con la reliquia della SS.  Agosto Pastenese – un mese di  tutto alla presenza di migliaia di spet-
         Croce. Nel pomeriggio la scalata del  manifestazioni enogastronomiche,  tatori.
         Maggio (albero della cuccagna) de-   sfilate di moda, giochi popolari e  Un invito a tutti i nostri lettori a visi-
         dicato alla Croce e la cerimonia dello  tanto altro.                       tare Pastena e le grotte, una meravi-
         scambio di ceri tra il vecchio e il  Festa della Madonna di Lourdes -  glia che tutti ci invidiano.
         nuovo Mastro di Festa (cerimonia  (nella contrada grotte) nell’occasione
         definita con il termine “ABBUSSO”).  si svolge la “Sagra delle ciliegie” con
         Festa in onore di S. Antonio,  una sfilata di carri allegorici delle         domenico.ruscetta@vitaciociara.it
         presso la omonima chiesa situata  contrade, con partecipanti in co-

                     CANTARE “PASTENA”                                              GROTTE

                         A te terra rossa,                                     Calar nelle viscere,

                    forse d’origine vulcanica;
                                                                                Del pianeta terra,
                       a te roccia calcarea,
                                                                                Feconda l’umano
                   che nascondi le belle grotti;
                    a te circondata dai monti,                              Ad oltrepassar la crosta.
                       e dalle due pianure;                                    Dura quella pietra,
                     a te lembo della natura,
                                                                                A simbolo eterno,
               dall’aspetto verde e incontaminato;
                                                                              Con messaggi incisi,
                    va tutta la mia gratitudine
                 e parte dell’amore ombelicale,                                 Inviati ai posteri.
                     per quanto io ho vissuto                                   Millenni di storia,
                    e ti esaltai sin dal grembo.
                                                                                 Indefiniti ricordi,
                  Spesso godo delle tue bontà,
                                                                                Dalla Dea Natura
                      un fratello, più di altri,
                      sosta nelle tue grazie.                                  Nascosti ai vissuti,
                     Nei tuoi vicoli ho pianto,                                    Covi obliati
                     e, nel ricordo, son grato.
                                                                                  A protezione,
                   Quei nonni che mi curavano
                                                                                  Terror creato
                     nel corpo e nei pensieri
                avevano, nel cuore, il tuo nettare                            Per temute violenze.
                   e, all’amor per te, mi fusero.                                Percorsi di vita,
                Or spesso in compagnia ti godo,
                                                                                  Tra stalagmiti
                    quante serate sono in te,
                                                                              E stalattiti piangenti,
                  a volteggiar con tanta musica
                   e, con il tempo a braccetto,                                  A futura dignità
                   vado via nelle profondi notti.                               Qual salice vitale.
                  D’orgoglio tuo ne sono pieno
                 e, ti ringrazio, per quanto avuto
                                                                              Domenico Ruscetta
                    nel silenzio della mia vita.
                    Fa ch’io possa estasiarmi
                   ancora delle tue tante realtà
                     e grato salir sull’aureola
                    che ti domina e t’adorna.
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