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Vita Ciociara pagina 17
luppo sociale e culturale. Si ricor- alle pendici del monte Solo; stume tradizionale. Al termine della
dano: Festa patronale di S. Sinforo Mar- sfilata (nel piazzale antistante le
Festa del Maggio – in occasione tire, con cerimonia finale dello scam- grotte) avviene la distribuzione gra-
della festa patronale dedicata a S. bio tra il vecchio e il nuovo mastro di tuita delle ciliegie e la premiazione
Elena (madre dell’imperatore Co- festa. del carro più bello e significativo, il
stantino) con la reliquia della SS. Agosto Pastenese – un mese di tutto alla presenza di migliaia di spet-
Croce. Nel pomeriggio la scalata del manifestazioni enogastronomiche, tatori.
Maggio (albero della cuccagna) de- sfilate di moda, giochi popolari e Un invito a tutti i nostri lettori a visi-
dicato alla Croce e la cerimonia dello tanto altro. tare Pastena e le grotte, una meravi-
scambio di ceri tra il vecchio e il Festa della Madonna di Lourdes - glia che tutti ci invidiano.
nuovo Mastro di Festa (cerimonia (nella contrada grotte) nell’occasione
definita con il termine “ABBUSSO”). si svolge la “Sagra delle ciliegie” con
Festa in onore di S. Antonio, una sfilata di carri allegorici delle domenico.ruscetta@vitaciociara.it
presso la omonima chiesa situata contrade, con partecipanti in co-
CANTARE “PASTENA” GROTTE
A te terra rossa, Calar nelle viscere,
forse d’origine vulcanica;
Del pianeta terra,
a te roccia calcarea,
Feconda l’umano
che nascondi le belle grotti;
a te circondata dai monti, Ad oltrepassar la crosta.
e dalle due pianure; Dura quella pietra,
a te lembo della natura,
A simbolo eterno,
dall’aspetto verde e incontaminato;
Con messaggi incisi,
va tutta la mia gratitudine
e parte dell’amore ombelicale, Inviati ai posteri.
per quanto io ho vissuto Millenni di storia,
e ti esaltai sin dal grembo.
Indefiniti ricordi,
Spesso godo delle tue bontà,
Dalla Dea Natura
un fratello, più di altri,
sosta nelle tue grazie. Nascosti ai vissuti,
Nei tuoi vicoli ho pianto, Covi obliati
e, nel ricordo, son grato.
A protezione,
Quei nonni che mi curavano
Terror creato
nel corpo e nei pensieri
avevano, nel cuore, il tuo nettare Per temute violenze.
e, all’amor per te, mi fusero. Percorsi di vita,
Or spesso in compagnia ti godo,
Tra stalagmiti
quante serate sono in te,
E stalattiti piangenti,
a volteggiar con tanta musica
e, con il tempo a braccetto, A futura dignità
vado via nelle profondi notti. Qual salice vitale.
D’orgoglio tuo ne sono pieno
e, ti ringrazio, per quanto avuto
Domenico Ruscetta
nel silenzio della mia vita.
Fa ch’io possa estasiarmi
ancora delle tue tante realtà
e grato salir sull’aureola
che ti domina e t’adorna.