Page 25 - Gennaio-2025
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        neva in maniera assai fondata che  staccò dal monte Toc e impiegò  rigo Biadene (uno degli ideatori
        la gigantesca diga poggiasse su di  all’incirca 20 secondi, partendo da  del progetto) a 5 anni di reclusione
        un equilibrio pericolosamente in-     700 metri di altezza, per inabis-     e Francesco Sensidoni (funziona-
        stabile. Dubbi però che vennero  sarsi nell’invaso provocando l’im-         rio del Ministero dei Lavori pub-
        fugati da uno studio dell'università  mane disastro. E’ stato stimato  blici, sezione dighe, nonché
        di Padova: anche nel caso di una  che l’onda d’urto dovuta allo spo-        membro della commissione di col-
        frana di proporzioni consistenti i  stamento d’aria sia stata di eguale  laudo del Vajont) a 3 anni e 8
        detriti scaraventati nell’invaso  intensità a quella generata dalla  mesi, riconoscendo la loro re-
        avrebbero provocato una onda  bomba atomica che gli americani  sponsabilità per la prevedibilità di
        d’acqua alta al massimo 30 o 40  sganciarono su Hiroshima nel  inondazione e di frana e per gli
        metri, destinata perciò ad infran-    corso della seconda guerra mon-       omicidi colposi plurimi. A quanto
        gersi senza conseguenza alcuna  diale. Inoltre si è calcolato che le  pare, infatti, pur essendo consci
        contro il robusto cemento armato  centinaia di milioni di metri cubi  del pericolo di frane, avevano pen-
        della diga. Un’ipotesi destinata,  d’acqua che, superato lo sbarra-         sato di poter in certo qual modo in-
        purtroppo, ad essere smentita tra-    mento, si riversarono nella valle  dirizzare la caduta dei detriti nelle
        gicamente dai fatti. Ad ogni modo,  dei Piave distruggendo ogni cosa,  acque dell’invaso senza provo-
        a puro scopo precauzionale, si de-    raggiunsero la velocità di 100 km  care alcun effetto collaterale
        cise di diminuire l’altezza dell’in-  orari. Il Ministero dei Lavori Pub-   degno di nota. Un tragico errore di
        vaso portando il livello dell’acqua  blici avviò immediatamente un’in-      calcolo che provocò la morte di
        a 600 metri (il limite massimo era  chiesta per individuare le cause  duemila persone. Per cui quella
        di 725 metri). Nel 1963, però, le  che avevano provocato la cata-           comminata dai giudici fu sicura-
        precipitazioni piovose furono par-    strofe, nominando una commis-         mente una pena lieve (i due, in ef-
        ticolarmente scarse e allora si de-   sione di esperti che giunse alle  fetti, scontarono solo pochi mesi di
        cise di riempire di nuovo la diga  seguenti conclusioni: fu un errore  carcere) per un disastro così im-
        nonostante i rischi derivanti dal-    l’aver costruito una diga di quelle  mane. Tutti gli altri imputati resta-
        l’operazione: non si voleva infatti  dimensioni in una zona non ido-        rono assolti da qualsiasi addebito
        far diminuire troppo la produzione  nea dal punto di vista geologico,  giudiziario. L’ing. Mario Pancini,
        di energia elettrica. E così nel set-  l’aver innalzato la quota del lago  invece, altro ideatore del progetto,
        tembre di quello stesso anno il li-   oltre i margini di sicurezza e, in-   consumato dai rimorsi, si era tolto
        vello dell’acqua raggiunse 710  fine, il non aver dato l’allarme la  la vita nel novembre del 1968. Nel
        metri, nonostante una disposi-        sera del 9 ottobre per attivare  1997 la Montedison (che aveva
        zione ministeriale avesse sancito  l’evacuazione in massa della po-         acquisito la Sade) fu condannata
        che non si doveva assolutamente  polazione residente nelle zone a  a risarcire i comuni colpiti dalla ca-
        oltrepassare quota 655. Immedia-      rischio inondazione. Nel 1968 ini-    tastrofe con 55 miliardi di lire. La
        tamente nella zona iniziarono a  ziò il procedimento penale: undici  vicenda si concluse nel 2000 con
        verificarsi smottamenti di terreno,  gli imputati ritenuti responsabili del  un accordo per la ripartizione degli
        scosse di terremoto mentre cupi  disastro del Vajont. La vicenda  oneri di risarcimento danni tra
        boati provenivano dalla monta-        processuale si chiuse nel 1971  Enel, Montedison e Stato Italiano
        gna. Fino a quando il 9 ottobre  quando la Corte di Cassazione di  al 33,3% ciascuno. Oggi la diga
        una frana lunga due chilometri si  Roma condannò l’ing. Nino Albe-          del Vajont è ancora lì, spettrale e
                                                                                    immota nella sua imponenza, pur
                                                                                    essendo ormai priva d’acqua, in
                                                                                    disuso e messa in condizione di
                                                                                    non nuocere. Quanto a Longa-
                                                                                    rone è stato completamente rico-
                                                                                    struito così come gli altri paesi
                                                                                    travolti dall’onda gigantesca di
                                                                                    acqua e di fango. Ma il cuore della
                                                                                    gente si è fermato quel tragico 9
                                                                                    ottobre del 1963. E non è stata
                                                                                    soltanto la fatalità a decretarne la
                                                                                    morte.

                                                                                      fernando.riccardi@vitaciociara.it
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