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Vita Ciociara pagina 11
parte della spedizione punitiva non si fossero presentate davanti carcerare Pina e Teodina Clary, e
partita da Sora, non essendo riu- a lui dodici femmine. Il governa- che minacciava di volere mettere
scito a catturare Benedetto Clary, tore aveva presentato un memo- in prigione anche altri laici, alcune
si era recato, con a capo Don Ci- riale sui fatti occorsi sia al Vicerè norme e leggi vigenti in materia di
rillo e Leone Deci, nella casa di che al governo a Napoli, da cui misto foro. Al Vescovo si faceva
Scipione Clary. Entrati avevano aveva ricevuto istruzioni e direttive presente e si illustravano i suoi
messo tutto a soqquadro pren- in proposito. Da Napoli veniva compiti, ricordandogli che il proce-
dendo una scoppetta, un fucile, spedita il 31 ottobre 1624 una let- dere contro i laici per causa di of-
due anelli d'oro, denaro e altre tera da parte del governo, a nome fese fatte a preti e chierici, al
robe di casa, e portando con loro, del Re Filippo, a Mons. Giovan- prelato non spetta altro che prov-
in carcere, Pina e Teodina figlie di nelli in cui si richiamava il memo- vedere alle censure, in quanto alla
Scipione, con i figli piccoli che ave- riale presentato dall'illustrissimo pena corporale spetta all'ufficiale
vano meno di un anno. Scipione Dottore Massimiano Calvi, gover- laico e perciò vi esortiamo che non
aveva presentato richiesta al Ve- natore di Campoli, nello stato di vogliate impedire il supplicante nel
scovo per la restituzione delle Alvito, in cui si narravano i fatti ac- procedere contro detto laico per la
cose prese, per far uscire di pri- caduti precedentemente, dando causa in essere, con revocare ed
gione le persone carcerate e per conto e giustificando il suo operato annullare la scomunica pubblicata
avere l'assoluzione dalla scomu- nell'avere arrestato Benedetto per tale attentato, con levare i ce-
nica, ma gli era stato negato ogni Clary e i suoi complici per le ferite doloni affissi. Circa la carcera-
cosa. Ascanio Clary, fratello di Sci- inferte a Don Sante Manzone Ar- zione di laici vi ricordiamo che voi
pione, si era rivolto al governatore ciprete del paese. Per questo atto non potete procedere a carcera-
Massimiano Calvi che aveva spe- dovuto in forza del ruolo ricoperto zione di laici per cause spettanti al
dito una lettera al Vescovo, inti- era stato scomunicato dal Ve- vostro foro ecclesiastico senza im-
mandogli di restituire il maltolto e scovo con la motivazione che la plorazione del braccio del giudice
rimettere in libertà le persone se- causa spettasse a lui perchè il de- laico e perciò similmente vi esor-
questrate. Il Vescovo si era ulte- litto era stato commesso contro tiamo a non procedere a carcera-
riormente adirato contro Scipione una persona ecclesiastica ed zione dei laici predetti senza
Clary e stava cercando di farlo anche perchè agiva, in forza del l'implorazione predetta con far
sfrattare dalla diocesi, mandando suo ruolo, come delegato del escarcerare li sopraddetti laici car-
come governatore a Campoli lo Papa. Da questa scomunica il go- cerati e per l'avvenire ad astenervi
stesso Leone Deci. Nello stesso vernatore era stato quasi subito di precederci riducendo tutto l'in-
tempo il Vescovo aveva fatto ci- assolto. Subito dopo si rammenta- novato al presente e non facendo
tare, con la pena di 25 once, se vano al Vescovo, che aveva fatto il contrario per quanto desiderate
fare cosa grata a sua Maestà e a
noi. Una grossa doccia fredda che
si abbatteva sul Vescovo limitan-
done ogni intervento se non al-
l'ambito puramente spirituale.
Erano le nuove idee in materia di
giurisdizione, lo Stato laico ini-
ziava ad emanciparsi dalla tutela
ecclesiastica affermando la sua in-
dipendenza, reclamando il ruolo
specifico che gli spettava e non
tollerando più intromissioni che ve-
nivano ad oscurare i suoi intangi-
bili compiti. E' la lotta giuris-
dizionale che tanto ha appassio-
nato e continua a suscitare, con
l'interesse, anche tanta approfon-
dita discussione."
luigi.delproposto@vitaciociara.it
Campoli Appennino ai nostri giorni