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Vita Ciociara pagina 9
La “mattoniera”, l’industria del secondo dopoguerra a Falvaterra
di Adriano Piccirilli e Giovanni Martini (Associazione culturale Fabrateria)
trade del paese distanti tra loro.
Infatti, alcuni giovani di Falvaterra
si sposarono dopo essersi cono-
sciuti alla mattoniera. Non esi-
stendo in quel periodo molte
alternative di lavoro, la mattoniera
rappresentava una risorsa molto
importante nel contesto rurale lo-
cale, per chi desiderava un'attività
alternativa all’agricoltura. Infatti, la
maggior parte dei lavoratori pro-
veniva dalla campagna, per la fa-
cilità con cui vi si reperiva
Foto nr. 3 manodopera a basso costo, il tipo
La fabbrica di mattoni (cd “matto- Tale industria impiegava circa 70 di lavoro non specializzato che si
niera”) è stata la prima realtà in- persone, di ogni età e sesso e richiedeva, l'ubicazione ai bordi
dustriale di Falvaterra. Situata quasi tutte le famiglie di Falvaterra del centro urbano del paese e la
lungo la strada provinciale, nel avevano almeno un componente stagionalità dell'occupazione. Tali
tratto sopra al cimitero, iniziò la a lavorare in tale industria che condizioni hanno favorito la gra-
sua attività subito dopo la fine rappresentava anche un luogo di duale transizione del lavoro dal-
della seconda guerra mondiale. socializzazione. Infatti, la mobilità l'agricoltura all’industria. Questa
La produzione consisteva in mat- delle persone non era ancora svi- transizione veniva favorita dalla ri-
toni di cemento per pavimenti luppata in tale periodo e, quindi, chiesta di mansioni semplici: veni-
esterni e interni, di varie dimen- forniva la possibilità di conoscere vano incaricati di trasportare la
sioni e lavorazioni. (foto 3) e frequentare giovani di altre con- sabbia, il cemento e le forme o di
eseguire lavori ripetitivi alle mac-
chine. Solo in un secondo mo-
mento venivano loro affidate
mansioni più impegnative, come
quelle di marmista o capo reparto.
Tutti i lavoratori raggiungevano il
posto di lavoro a piedi o, i più for-
tunati, in bicicletta.
Per produrre ogni mattone si usa-
vano delle forme singole che ve-
nivano riempite a metà di un primo
composto cementizio, sul quale
veniva poi applicato un secondo
strato con diversa proporzione di
sabbia di mare, cemento e pietra
colorata. In particolare, la pietra
colorata era la “pietra rosa” rac-
colta da Pasquale Gasbarro (cd
“Cicchetta”) sulle montagne locali
e trasportate con l’asino alla mat-
toniera. (foto 4)
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Foto nr. 3