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Vita Ciociara pagina 14
Cosette di casa nostra
Racconti ed aneddoti dalla tradizione popolare di Pescosolido
di Ottavio Cicchinelli
Glie lèpre ’e Bastiane vestito di pelle di lepre, fu por-
tato alle Cèse ’glie Fornare e
adagiato fra due cespugli,
Nel passato era tanta la selvag- un poco a sinistra e quando riu- pronto per essere scoperto e
gina intorno al mio paese. Ba- sciva ad inquadrare la testa sparato da Bastiane. Questi, in-
stava allontanarsi di poco per della lepre, mirava e faceva fatti, arrivò poco dopo, guardò di
incontrare starne, cotorne, tordi fuoco: dopo un balzo in aria, qua, guardò di là e alla fine sco-
e soprattuto lepri per fare un l’orecchiona ricadeva a terra prì la lepre; ma non ebbe nean-
buon carniere. Le lepri erano le bell’e pronta per essere legata che il tempo d’imbracciare il
più ricercate, poiché con una con uno spago, messa a tracolla fucile che quella spiccò un salto
sola cartuccia si poteva rime- e riportata a casa. Con questo e si mise a correre (il breve ri-
diare una buona scorta di carne. sistema Pèppe rimediava sem- poso le aveva restituito le forze).
Perciò quasi tutti andavano alla pre la sua brava lepre, ed a volte Bastiane svelto svelto prese la
ricerca di lepri. E ne ammazza- anche due o tre al giorno. Tutte mira e quando stava lì lì per far
vano tante. Ma era Peppine glie con la punta del muso mangiata fuoco, il lepre-gatto si arrampicò
Rusce che ne ammazzava più di dalla fucilata. su un albero. “Pe glie munne
tutti. Egli sparava a fermo (poi- Bastiane, invidioso, volle imitarlo zuzze, tèh! Nen so’ maje viste
ché non sapeva sparare a volo). e si mise pure lui a requète ma- ’ne lèpre che s’arràmpeca ’nci-
Ogni giorno, di buon mattino cère, pròtane, mmetune i strep- m’agli àlbere!” esclamò Bastiane
(ma anche nel pomeriggio), si pune. Falchitte, dispettoso, volle ad alta voce. Counca prese la
metteva a requète macère, prò- fargli uno scherzo. Scuoiò una mira e sparò. L’animale cadde a
tane, mmetune, streppune e, lepre, prese la pelle e la legò ad- terra come un fagotto. Bastiane
quando scorgeva una groppa dosso a un gatto. Ma ce ne lo raccolse, lo guardò un po’ per-
grigia, due occhi lucenti e due volle, però, poichè il gatto non plesso, poi “O lepre o jatta, sèm-
orecchi listati di nero, si fer- voleva saperne di diventare pre quattre zampe tè!” disse. E
mava, faceva un passo indietro, lepre: soffiava, graffiava, miago- si portò l’animale a casa, lo
ne faceva un altro in avanti, si lava, si divincolava, mordeva... scuoiò e lo consegnò alla mo-
spostava un poco a destra, poi Ma alla fine, stremato, ristette e, glie, che lo cucinò a regola
d’arte (cioè in base ad una ri-
cetta che conoscevano in molti,
in paese). Ci fecero un pranzo
con i fiocchi, i due coniugi: pure
le dita si leccarono. Alla sera,
alla bettola, Bastiane raccontava
quanto gli era accaduto, magni-
ficando anche le qualità nutritive
della specie felina. Falchitte, se-
duto in un angolo, ascoltava in
silenzio. Fu, quella, l’unica volta,
in vita sua, che non mise il naso
nelle cose altrui. E ne soffrì
ottavio.cicchinelli@vitaciociara.it