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Vita Ciociara pagina 13
Già dal 1940 il Direttore del Museo
archeologico nazionale di Napoli, ben
consapevole di quanto sarebbe av-
venuto, aveva dato inizio alle opera-
zioni di salvaguardia di statue, tele,
pitture e reperti vari, i “frutti più belli”
provenienti dagli scavi di Pompei ed
Ercolano, che vennero incassati e
sepolti sotto sacchi di sabbia. Entro il
dicembre 1942 si effettuava lo sgom-
bro quasi totale dei reperti, ma con la
minaccia di bombardamenti sempre
più frequenti e devastanti, venne de-
ciso di trasferire in un “luogo più si-
curo” parte della collezione che,
stipata in 60 casse contenenti oggetti
di arte antica, il 15 giugno 1943 prese
la via per l’abbazia benedettina di
Montecassino.
Gli ultimi reperti, come nel caso della
collezione di monete, del prezioso B25 Mitchell sorvolano il Vesuvio in piena eruzione
vaso blu scoperto in una tomba a B25 Mitchell sorvolano il Vesuvio in piena eruzione
Pompei e della tazza Farnese, furono
murati nell’agosto 1943 in una inter-
capedine delle possenti mura del
“real museo” partenopeo. Ora la mis-
sione sembrava compiuta ma Maiuri,
sempre vigile come il leggendario
soldato pompeiano, si trovò improv-
visamente a dover affrontare, oltre la
guerra, anche un nuovo evento mi-
naccioso: l’eruzione del Vesuvio, che
dal 12 agosto 1943 iniziò a fumare
con sorde esplosioni che raggiunsero
l’apice nei mesi di febbraio-marzo
dell’anno successivo.
Il 18 marzo 1944, infatti, la ricaduta
delle ceneri provocò il crollo di molti
tetti delle abitazioni nell’area interes-
sata dal fenomeno e per questo mo-
tivo si ebbero 26 vittime, mentre i
centri posti a ridosso della colata la-
vica, come Massa di Somma, furono – Militari americani e popolazione assistono al fenomeno eruttivo
sommersi sotto una coltre bollente di
scorie nere alta circa 10 metri. Pom-
pei colpita da una “gragnuola di po-
mici e di scorie” come avrebbe detto
Maiuri, subì danni sensibili ai quali si
pose rimedio con interventi di salva-
guardia mirati, ma i danni stessi non
furono rapportabili a quelli che inte-
ressarono le strutture militari inglesi
ed americane presenti tra i centri di
Terzigno e Poggiomarino, in partico-
lare un campo di volo sul quale sta-
zionavano 88 bombardieri medi B 25
“Mitchell”, dei quali ben 77 rimasero
seriamente danneggiati.
I veicoli allineati sulla pista, vennero
ricoperti dalla cenere e dai lapilli in
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