Page 9 - Gennaio-2025
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        correre i sopravvissuti, ad estrarre  racche in legno o di casette asismi-  terremotate. E se ne andarono tutti,
        morti e feriti dalle macerie, a co-   che in muratura. Ma qua e là com-    giovani e meno giovani. Andarono al
        struire baracche e casette asismiche,  parvero anche delle bellissime case  fronte, a combattere per la Patria.
        a puntellare gli edifici pericolanti e a  economiche a più piani e con più ap-  Per molti non ci fu un ritorno a casa.
        demolire quelli irrecuperabili. La  partamentini, ciascuno dei quali com-  “Chi per la patria muor, vissuto è
        macchina dei soccorsi, una volta av-  prendeva una cucina, un bagno, una  assai” esclamò un tizio (che proba-
        viata, funzionava egregiamente.  o due camere e perfino un ripostiglio  bilmente non aveva una madre o una
        Tanto che, dopo appena qualche  (le prime a Sora furono costruite a  sorella o un fratellino piccolo a cui
        mese, ad ogni famiglia fu dato un ri-  Vadocavallo e al bivio per Carnello).  pensare).
        covero, magari piccolo e scomodo  Era iniziata la ricostruzione, in-
        poiché composto da uno o al mas-      somma, e proseguiva alacremente.
        simo da due vani, ma quanto mai  Ma siccome era iniziata anche la  ottavio. cicchinelli@vitaciociara.it
        utile per parare in qualche modo il  Prima Guerra Mondiale, bisognò in-
        freddo e l’umidità. Si trattava di ba-  terrompere ogni attività nelle zone



         Il sacrificio dei coniugi Beniamino

         Terenzio e Leonilde La Posta




        A comunicare per primo al mondo  di Sora, ha telegrafato a questa dire-     compiere il suo dovere». «Nono-
        ciò che era accaduto a Sora a se-     zione che la città è distrutta e che egli  stante l’edificio fosse inagibile, re-
        guito del catastrofico terremoto, che  è andato a impiantare l’apparato te-  cuperò le attrezzature tra le
        alcuni minuti prima delle otto del mat-  legrafico alla stazione ferroviaria su  macerie e riattivò il servizio tele-
        tino di mercoledì 13 gennaio 1915  una vettura, con l’unico filo rimasto  grafico» con il contributo appunto di
        aveva avuto il suo epicentro nella  incolume».                              Antonio Panno e anche di quello
        Marsica, era stato un impiegato del  In realtà il solerte impiegato, che altri  della moglie, Leonilde La Posta. Sta
        locale ufficio postale. Lo ricorda «La  non era che il «reggente dell’Ufficio  di fatto che Panno e Terenzio intui-
        Gazzetta del Popolo» di Torino che  Postale», si chiamava  Antonio  rono che nel tragico contesto cau-
        scrive: «Giunge notizia da Caserta  Panno e, a detta di Elisa Benvenuto,  sato dal terremoto, la stazione
        che a quella Prefettura è pervenuto  prima ancora di dare al mondo la no-   ferroviaria di Sora poteva diventare
        un telegramma dell’impiegato po-      tizia dell’avvenuto sisma, si sarebbe  un punto di riferimento. Come in ef-
        stale dell’ufficio di Sora nel quale  prodigato in alcuni salvataggi.       fetti diventò. Non solo. Ma in quel va-
        l’impiegato annunzia che la città è  Se dobbiamo dirla tutta, però, sarà il  gone ferroviario che ospitò «l’ufficio
        completamente distrutta ed egli ha  caso di precisare che egli non fu solo  telegrafico» Beniamino e Leonilde
        dovuto trasportare l’ufficio telegrafico  in quella iniziativa: affiancò, infatti,  vissero anche, con parte della loro
        alla stazione ferroviaria, impiantan-  Beniamino Terenzio, il quale, scrive  numerosa famiglia, fino a quando, in
        dolo sopra un vagone».«Il Mattino»  invece Achille Lauri, benché fosse  quello stesso funesto gennaio del
        di Napoli ne cita anche il nome (er-  gravemente malato – aveva 64 anni  ‘15, non passarono a miglior vita e il
        rato): «L’impiegato telegrafico signor  - «lasciò il letto per correre al tele-  loro ricordo venne testimoniato per
        Penne, che trovavasi presso l’ufficio  grafo, di cui era capo-ufficio, a  molto tempo con una epigrafe posta
                                                                                    nella cripta della cappella di S. Fran-
                                                                                    cesco del cimitero di Sora. Diceva:
                                                                                    «CONIUGI / BENIAMINO TEREN-
                                                                                    ZIO E LEONILDE LA POSTA / 1849-
                                                                                    1915 1860-1915 / II PRIMO
                                                                                    APPENA DOPO IL TERREMOTO
                                                                                    1915 / RIATTIVÒ IN UN VAGONE
                                                                                    FERROVIARIO / IL SERVIZIO TE-
                                                                                    LEGRAFICO PER COMUNICARE IL
                                                                                    DISASTRO AL GOVERNO / E
                                                                                    CHIEDERE PRONTI SOCCORSI
                                                                                    PER LA POPOLAZIONE AFFA-
                                                                                    MATA E FERITA / LA SECONDA IN-
                                                                                    CORAGGIÒ        SORRESSE         IL
                                                                                    CONSORTE / NEL SUO EROICO
                                                                                    ALTRUISMO / ENTRAMBI MORTI
                                                                                    DI STENTI IN QUEL TRAGICO
                                                                                    GENNAIO».

                                                                                    (da Studi Cassinati, anno 2015, n.3
                                                                                    di Costantino Jadecola)
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