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Vita Ciociara pagina 9
fermiera, dei malati. Nel 1931, prese zioni laiche, aperte a persone di tutte quenti. Andavamo spesso a San Gre-
i voti, diventando Suor Teresa ispi- le religioni. Negli anni '80 nacque gorio al Celio dove c’era la casa ma-
randosi a Santa Teresa di Lisieux, in- l'amicizia con Papa Giovanni Paolo II schile e femminile per i poveri e dove
segnò nella scuola femminile di Saint e Madre Teresa aprì tre case a Roma era presente anche “sister Mary
Mary a Entally, dove grazie alle atti- e una mensa per i poveri nella Città Prema” diventata ora Superiora Ge-
vità di volontariato svolta da alcune del Vaticano dedicata a Santa Marta. nerale delle Missionarie della Carità
sue studentesse, conobbe le terribili Nel 1989 viene proclamata donna a Calcutta. Non facevamo cose
condizioni di vita negli slum di Cal- dell'anno. Morì il 5 settembre del grandi ma ogni cosa era fatta con
cutta, dove nelle enormi baraccopoli, 1997 a Calcutta, fu sepolta presso la amore. La mia prima esperienza è
vivevano in condizioni pessime po- Casa Madre delle Missionarie della stata fare il bagno ad un povero an-
veri ed emarginati che morivano per Carità ma la sua umanità continua a ziano. Tagliavamo i capelli, prepara-
strada, neonati che morivano appena camminare ancora oggi, con i suoi vamo pranzi con le cose donate
nati e venivano buttati nella spazza- sandali e il suo " sari" nell’esempio di lasciate dietro la porta e il pane avan-
tura. tanti religiosi. zato dai panifici, ci recavamo alla
Iniziò un intenso cammino spirituale Padre Felice Calò continuando nella “Casilina” dove c’era la casa delle
ed interiore che culminò nel 1948 con descrizione della sua esperienza a giovani mamme. Persino nella pre-
l’autorizzazione del Vaticano ad ab- fianco di Madre Teresa dal 1984 al ghiera tutto era umile, non c’erano
bandonare le monache di clausura e 1988, periodo in cui risiedeva a sedie, si pregava in piedi. Madre Te-
ad indossare il “sari”, l’abito tradizio- Roma per gli studi, nel monastero di resa era presente spesso, soprattutto
nale delle donne indiane con il quale San Vincenzo a Fontana di Trevi, per la vestizione delle suore, anni-
noi tutti la ricordiamo. Cotone bianco, continua: “Ciò che mi ha da sempre versari, messe di preghiera e soleva
bordato di blu con un crocifisso ap- colpito di questa Santa è la sua parlare solo alla fine concludendo la
puntato sulla spalla. Si recò presso le umiltà, le battaglie condotte, la pre- celebrazione. Madre Teresa ha por-
suore di Patna, per imparare nozioni senza in mezzo ai bisognosi, il suo tato tante novità. Ha oltrepassato
sanitarie e mediche, di igiene e ali- coraggio e la dedizione nel lavare le ogni limite e ogni confine ha combi-
mentazione per migliorare le condi- ferite e a curare i malati. La mia espe- nato l’aspetto del fare e del contem-
zioni di vita negli slum. Tornò e andò rienza al suo fianco iniziò quando co- plare. In prima linea a difendere la
a vivere in una baracca, dove ospi- nobbi il proprietario di una vita, dalla malattia, dalla povertà,
tava chi non era accettato negli ospe- falegnameria in Via dei Modelli che le dalla mancanza della dignità. E’ la
dali, aprì una scuola, all'aria aperta, faceva da autista. Un giorno mi donna più potente al mondo”.
sotto un albero, aiutata da una pic- chiese di andare insieme a lui e da al-
cola comunità di volontari ad inse- lora si susseguirono occasioni fre- giusy.bianchi@vitaciociara.it
gnare, a distribuire cibo, a diffondere
le pratiche elementari igieniche. Nel
1950, venne riconosciuta la sua
"Congregazione delle Missionarie
della Carità" al servizio dei "più poveri
dei poveri", di tutte quelle persone
senza amore, senza dignità, allonta-
nate da tutti con lo stile di vita ispirato
a San Francesco, una vita austera e
rigorosa.
Il numero crebbe e vennero creati
nuovi centri. Nel 1953 una nuova
sede che ancora oggi è casa madre
delle Missionarie della carità; un
ostello abbandonato diventò quasi un
ospedale da campo per i morenti
dove gli emarginati potevano ricevere
aiuto e amore, o andarsene in pace,
nel perdono del loro Dio; il " Centro di
Speranza e di Vita" fondato nel 1954
che accoglieva i bambini abbando-
nati; il ”Villaggio della pace” fondato
nel 1961 a 300 km da Calcutta: una
vera e propria città con scuole, ne-
gozi e giardini e dove i malati di leb-
bra potevano vivere e lavorare,
coltivando campi, allevando animali e
facendo gli artigiani.
Nel corso degli anni le opere benefi-
che e di predicatrice di Madre Teresa
si estesero in tutto il mondo anche
con la fondazione di due organizza-