Page 11 - Settembre-2021
P. 11

Vita Ciociara                                                 pagina  11



       bone spingeva molto in tale direzione affinché, come
       si legge in un carteggio conservato nell’Archivio di
       Stato di Napoli, “si agevolassero i movimenti delle
       truppe lungo quella parte della frontiera”. Nel 1850 il
       “tracciolino” della Arce-San Giovanni Incarico-Itri ri-
       sultava aperto e fu subito utilizzato per il transito di
       truppe e reparti di artiglieria. La qualcosa, però, uni-
       tamente alle piogge, determinò ben presto la quasi
       totale rovina del sentiero. Insomma si rischiò seria-
       mente che anche quest’altro progetto naufragasse,
       come già accaduto qualche anno prima per la strada
       da San Germano a Gaeta, via Fratte. Questa volta,
       però, fu lo stesso sovrano a intervenire e ad ordinare
       che venissero ripresi e ultimati i lavori di costruzione
       della strada. Nel 1851, su progetto dell’ing. Rocco,
       direttore delle opere pubbliche provinciali dei distretti
       di Sora e Gaeta, una vera autorità in materia, furono
       riparati i danni che il “tracciolino” aveva subito nei
       mesi precedenti e il sentiero venne definitivamente
       trasformato in strada rotabile. Fu Ferdinando II a co-
       niare il nome di “Civita-Farnese” in onore della Ma-
       donna della Civita, della quale era molto devoto, con
       il santuario di Itri che dominava dall’alto la parte fi-
       nale della strada, e della nobile famiglia dei Farnese
       che in passato aveva posseduto i feudi di Pico e San
       Giovanni Incarico i cui territori erano attraversati dal
       percorso della strada stessa. “Per decisione del Con-
       siglio degli Ingegneri di Acque e Strade essa è con-
       siderata di seconda classe per tutte le caratteristiche
       tecniche della sua struttura - così scrive in un bellis-
       simo libro il prof. Aldo Di Biasio -. Generalmente a
       lieve schiena d’asino e con dolci pendenze longitudi-
       nali, che non superano mai il 5%, neanche nei tron-
       chi più difficili, viene costruita a tetto nei tratti a mezza
       costa ed è provvista, a seconda del suo profilo tra-        Il miglione esistente tra San Giov.Incarico e  Pico
       sversale, di uno o due fossi di scolo laterali e di uno
       o due passeggiatoi. Il capostrada, per lo più senza       infinite che continuano ad affliggere, da mezzo se-
       ossatura, è largo 16 palmi (1 palmo = 0,264 metri),       colo o giù di lì, la Salerno-Reggio Calabria... La “Ci-
       oltre i passeggiatoi, le scarpe ed i fossi laterali. Già   vita-Farnese” (oggi strada statale 82 “Valle del Liri”),
       nel marzo del 1853 risulta riaperto integralmente il      fu alberata e dotata di “colonnette miliari” alcune delle
       tracciolino con una larghezza di 8-10 palmi. I lavori     quali sono ancora presenti sul ciglio della strada. Una
       procedono con tale celerità che la strada è aperta al     di queste, chiamata “miglione” per le sue dimensioni
       transito delle vetture a ruote da Itri fino allo sbocco   gigantesche, si trova nel tratto tra San Giovanni In-
       sulla traversa di Ceprano nel mese di maggio 1855”.       carico e Pico e segna il punto di equidistanza dalla
       Per completare quella strada lunga 25 miglia napo-        capitale del Regno, ossia Napoli. Reca infatti ancora
       letane (poco più di 46 km) che correva, come si può       ben visibile incisa sul dorso la seguente iscrizione:
       constatare anche oggi, attraverso un territorio aspro     “Da Napoli per Itri o per Arce sono miglia 71 e 3/7”.
       e montuoso e con gravi problemi tecnici da risolvere,     Chissà se leggendo queste note e facendo qualche
       specialmente per ciò che concerneva la pendenza           paragone con situazioni odierne, qualcuno avrà an-
       che doveva essere mantenuta sempre entro livelli ac-      cora voglia di fare ironia spicciola sulla “inefficienza”
       cettabili e, comunque, mai oltre il 5% per non  met-      dell’amministrazione borbonica...
       tere in difficoltà i carri trainati dalle bestie, si impiegò
       soltanto due anni. Un vero record per quei tempi, ma                           fernando.riccardi@vitaciociara.it
       anche ai giorni nostri, se solo si pensa alle lungaggini
   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16