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Vita Ciociara pagina 11
bone spingeva molto in tale direzione affinché, come
si legge in un carteggio conservato nell’Archivio di
Stato di Napoli, “si agevolassero i movimenti delle
truppe lungo quella parte della frontiera”. Nel 1850 il
“tracciolino” della Arce-San Giovanni Incarico-Itri ri-
sultava aperto e fu subito utilizzato per il transito di
truppe e reparti di artiglieria. La qualcosa, però, uni-
tamente alle piogge, determinò ben presto la quasi
totale rovina del sentiero. Insomma si rischiò seria-
mente che anche quest’altro progetto naufragasse,
come già accaduto qualche anno prima per la strada
da San Germano a Gaeta, via Fratte. Questa volta,
però, fu lo stesso sovrano a intervenire e ad ordinare
che venissero ripresi e ultimati i lavori di costruzione
della strada. Nel 1851, su progetto dell’ing. Rocco,
direttore delle opere pubbliche provinciali dei distretti
di Sora e Gaeta, una vera autorità in materia, furono
riparati i danni che il “tracciolino” aveva subito nei
mesi precedenti e il sentiero venne definitivamente
trasformato in strada rotabile. Fu Ferdinando II a co-
niare il nome di “Civita-Farnese” in onore della Ma-
donna della Civita, della quale era molto devoto, con
il santuario di Itri che dominava dall’alto la parte fi-
nale della strada, e della nobile famiglia dei Farnese
che in passato aveva posseduto i feudi di Pico e San
Giovanni Incarico i cui territori erano attraversati dal
percorso della strada stessa. “Per decisione del Con-
siglio degli Ingegneri di Acque e Strade essa è con-
siderata di seconda classe per tutte le caratteristiche
tecniche della sua struttura - così scrive in un bellis-
simo libro il prof. Aldo Di Biasio -. Generalmente a
lieve schiena d’asino e con dolci pendenze longitudi-
nali, che non superano mai il 5%, neanche nei tron-
chi più difficili, viene costruita a tetto nei tratti a mezza
costa ed è provvista, a seconda del suo profilo tra- Il miglione esistente tra San Giov.Incarico e Pico
sversale, di uno o due fossi di scolo laterali e di uno
o due passeggiatoi. Il capostrada, per lo più senza infinite che continuano ad affliggere, da mezzo se-
ossatura, è largo 16 palmi (1 palmo = 0,264 metri), colo o giù di lì, la Salerno-Reggio Calabria... La “Ci-
oltre i passeggiatoi, le scarpe ed i fossi laterali. Già vita-Farnese” (oggi strada statale 82 “Valle del Liri”),
nel marzo del 1853 risulta riaperto integralmente il fu alberata e dotata di “colonnette miliari” alcune delle
tracciolino con una larghezza di 8-10 palmi. I lavori quali sono ancora presenti sul ciglio della strada. Una
procedono con tale celerità che la strada è aperta al di queste, chiamata “miglione” per le sue dimensioni
transito delle vetture a ruote da Itri fino allo sbocco gigantesche, si trova nel tratto tra San Giovanni In-
sulla traversa di Ceprano nel mese di maggio 1855”. carico e Pico e segna il punto di equidistanza dalla
Per completare quella strada lunga 25 miglia napo- capitale del Regno, ossia Napoli. Reca infatti ancora
letane (poco più di 46 km) che correva, come si può ben visibile incisa sul dorso la seguente iscrizione:
constatare anche oggi, attraverso un territorio aspro “Da Napoli per Itri o per Arce sono miglia 71 e 3/7”.
e montuoso e con gravi problemi tecnici da risolvere, Chissà se leggendo queste note e facendo qualche
specialmente per ciò che concerneva la pendenza paragone con situazioni odierne, qualcuno avrà an-
che doveva essere mantenuta sempre entro livelli ac- cora voglia di fare ironia spicciola sulla “inefficienza”
cettabili e, comunque, mai oltre il 5% per non met- dell’amministrazione borbonica...
tere in difficoltà i carri trainati dalle bestie, si impiegò
soltanto due anni. Un vero record per quei tempi, ma fernando.riccardi@vitaciociara.it
anche ai giorni nostri, se solo si pensa alle lungaggini