Page 10 - Settembre-2021
P. 10

Vita Ciociara
       pagina 10



        La «Civita-Farnese» quando le strade le costruivano i Borboni



                                                                         di  Fernando Riccardi



        Ferdinando Corradini, noto storico  nale della provincia di Terra di La- vano punti di collegamento diretti
        dell’alta Terra di Lavoro, in un suo  voro, passando per San Germano  ad eccezione di alcuni tratturi sco-
        articolo pubblicato su di un perio-   (l’odierna Cassino), il cui tracciato,  modi e sinuosi che erano però
        dico locale, così scrive: “A scuola  almeno in parecchi punti, va a  percorribili, e con grande fatica,
        ci hanno insegnato che l’attività  coincidere con l’attuale Casilina.  soltanto a piedi e non in tutti i pe-
        prediletta dai re Borbone era  L’altra, invece, è la “Civita-Far- riodi dell’anno. Nel 1836 il pro-
        quella di perseguitare i giacobini e  nese”. Ed è proprio su quest’ul-      blema fu finalmente avviato a
        i liberali. Nessuno ci ha mai detto,  tima che vogliamo soffermarci un  risoluzione: in quell’anno, infatti, si
        però, che le due strade principali  po’ di più. L’esigenza di creare un  aprì il “tracciolino” (ossia la prima
        che solcano il territorio del co-     collegamento diretto tra Sora e  traccia) di una strada che, par-
        mune di Arce e che ancora oggi  Gaeta era avvertita da tempo. Fin  tendo da San Germano e pas-
        costituiscono gli assi principali del  dai primi decenni dell’800 si stava  sando      per    Roccaguglielma
        traffico veicolare le hanno co-       studiando la possibilità di unire,  (l’odierna Esperia) e Fratte
        struite loro. E ciò nonostante che  attraverso una strada rotabile, i  (l’odierna Ausonia), potesse con-
        di tale attribuzione siano ancora  due capoluoghi di distretto. E ciò  durre a Gaeta e, quindi, al mare.
        ben visibili le testimonianze”.       sia per favorire i traffici commer- Però la costruzione della “strada
        Mettendo da parte quelle corbel-      ciali dall’entroterra al mare (e vi-  delle Alte per le Fratte”, così
        lerie che una storia scritta dai vin-  ceversa) ma anche per esigenze  venne chiamata, che oggi ricalca il
        citori ha fatto passare per verità  di natura militare come quella di  tracciato della superstrada a scor-
        assolute e inconfutabili, e tor-      procedere al rapido spostamento  rimento veloce che da Cassino
        nando invece alle strade, c’è da  di truppe e di artiglierie da un ver-     porta al litorale tirrenico, fu ben
        dire che l’una è la cosiddetta  sante all’altro. La via Appia nella  presto interrotta a causa di insa-
        “Consolare”, fatta costruire sul fi- zona costiera del litorale tirrenico  nabili problemi tecnici (l’eccessiva
        nire del XVIII secolo dal re Ferdi-   e la via Latina all’interno, poi as-  pendenza di alcuni tratti) e di na-
        nando IV di Borbone per collegare  sorbita in larghi tratti dal percorso  tura economica (occorreva una
        Napoli, la capitale del Regno, con  della “Consolare”, correvano pa-        somma esorbitante cui le casse
        Sora, estremo versante settentrio-    rallele fino a Capua ma non ave-      dello stato non potevano far
                                                                                    fronte). Fu gioco forza, quindi, ri-
                                                                                    correre a un progetto diverso. E
                                                                                    questa volta si andò a rispolverare
                                                                                    la vecchia idea di “rotabilizzare”
                                                                                    un antico sentiero già esistente
                                                                                    che collegava, attraversando i cri-
                                                                                    nali dei monti, Arce, San Giovanni
                                                                                    Incarico e Itri. Un sentiero che,
                                                                                    come poté constatare dopo accu-
                                                                                    rato sopralluogo l’ing. Benedetto
                                                                                    Lopez Suarez, ispettore dell’am-
                                                                                    ministrazione generale dei Ponti e
                                                                                    Strade, “era transitabile con ca-
                                                                                    valli e some e con piccoli carri”. In
                                                                                    parole povere si trattava soltanto
                                                                                    di allargare e di trasformare in
                                                                                    strada quel tratturo, ricalcandone
                                                                                    in gran parte il primitivo itinerario,
                                                                                    opera questa che fu affidata alla
                                                                                    perizia    dell’ing.   Ferdinando
                                                    Ferdinando II di Borbone
                                                                                    Rocco. Il re Ferdinando II di Bor-
   5   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15