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Vita Ciociara
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Pillole di musica
di Alessia Lombardi
Vele stanche. Per la paura di essere uomini.
Succede che mio stanco di essere uomo. Walking around, Pablo Neruda
Un ritorno simbolico, potrebbe Ritorno simbolico, si diceva, in gare non è più una scelta sem-
definirsi quello di Alessandro quanto sintomo di una duplice plice, quotidiana: la voce di Viti
Viti, che nella lunga intervista rinascita: l’effige dell’artista-chi- procede eterea, a tratti di-
«La dialettica del fare», rila- mera, risorto dalle ceneri del stante, stancata; ad incalzarla
sciata a questa rubrica nel proprio passato, si interseca, le chitarre acustiche, morbide
mese di marzo, preannunciava bacia – occhi dentro gli occhi – e martellanti, di Massimiliano
la ripresa dei lavori di “Marinaio l’inconscio sociale, collettivo; Stefàno, e la cesellatura accu-
di Terra” – un concept com- ne specchia, accoglie e tra- ratissima dei synth – che rimo-
plesso – che segna il definitivo sforma le più intime fragilità. della le atmosfere introspettive
distacco dall’aderenza “Vele stanche” – primo singolo dell’ultimo Nick Cave. Ma la
pop/cantautoriale vecchia estratto, dal 4 giugno disponi- prospettiva è dicotomica (come
scuola delle produzioni prece- bile su Youtube – è un’immer- spesso in Viti, attratto dai con-
denti in direzione di un sound sione onirica, ma mai cetti speculari): se il timore
più aereo e minimale; che la- straniante, nelle regioni interne chiude, aliena, allontana dal-
scerà probabilmente intrave- della paura, dello smarrimento, l’esterno, è la ricerca di un sé
dere un percorso autentico, sia pure momentaneo, che co- spirituale a farsi urgente, a
libero (o quasi) da richiami glie quando la riva non è più vi- chiedere contatto, rinascita.
espliciti e contaminazioni. sibile, la vita sembra sfuggire Luce e soffio dei venti / che
dal controllo razionale, e navi- passi oltre e mi attraversi – l’in-