Page 17 - Maggio-2022
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Vita Ciociara pagina 17
facile, dopo adeguate ricerche,
constatare che è conforme al vero
la seconda ipotesi. In primis, pos-
siamo addurre che molto presumi-
bilmente l'abile plastificatore che
ha realizzato l'opera, non era del
nostro territorio ma lombardo, e
quindi aveva decisamente scarsa
familiarità con i toponimi della
zona. Questa tesi discende dal
fatto che nella Villa sono rappre-
sentati, in alcuni stucchi, anche dei
palazzi posseduti dai Gallio a
Como, e che questi palazzi furono
riportati con particolari troppo con-
formi alla realtà. Per la cronaca ci
stiamo riferendo al palazzo di Gra-
vedona in provincia di Como, del
quale su due stucchi si riportano
fedelmente sia la pianta che il fron-
tespizio dello stesso. Ma la con-
ferma definitiva che suggella Foto nr.2
l'ipotesi dell'errore, si evince da un
documento manoscritto esteso
dallo stesso Cardinale Tolomeo
Gallio qualche anno prima della
realizzazione degli stucchi, ed
esattamente nel 1595, lo stesso
anno in cui fu acquistata la Con-
tea. E in questo manoscritto, che
illustra i vari castelli e i loro posse-
dimenti, compare come toponimo
del nostro paese Campoli, e non
Canpoli; osservate nella foto la ni-
tida "m" del manoscritto realizzato
dal Cardinale Tolomeo Gallio, lo
stesso che circa un decennio dopo
commissionava i lavori della sud-
detta Villa. Quindi possiamo dire
con certezza che il toponimo Can-
poli che compare nello stucco
della "Villa Gallio" è certamente er-
rato.
luigi.delproposto@vitaciociara.it
Foto nr.2
FONTE: Il Ducato di Alvito nell'età dei Gallio.
Foto nr.1: Lo stucco rappresentante Campoli.
Foto nr.2: Il manoscritto più vecchio di un decennio rispetto allo stucco della Villa, in cui si riporta
chiaramente CAMPOLI e non CANPOLI.
Foto nr.3: Il Cardinale TOLOMEO GALLIO, autore del manoscritto.