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Vita Ciociara pagina 21
cali di matrice comune – latina,
ska, partenopea, afroamericana –
archetipiche, nella dimensione so-
nora di Cangiano: un motivo reg-
gae ‘avvelenato’ e giocoso
(l’inserto di “I Shot the Scheriff” nel
coro della terza strofa è un abile
rinvio), che incalza, precipita, a
compenetrarsi con l’ardore dello
sberleffo nelle chitarre taglienti,
epidermiche di Cangiano, la voce
naturale, a tratti recitante, ma mai
imperfetta, le cadenze calibratis-
sime di Iadonisi (si veda la rubrica
di marzo N.d.A) alla batteria e il
basso solidissimo, erotico, di Clau-
dio Citarella. Gli intervalli al piano-
forte di Vincenzo Cerrone,
delicatamente swingati e luminosi,
anticipano e reintroducono a più ri-
prese lo straordinario orgiastico in-
termezzo scat/jazz sospensione
che assottiglia l’irriverenza, l’ironia
agrodolce, amaramente goliardica
e neorealista, di un ritratto fedele,
cesellato, al limite dello stereotipo
crudele e impietoso di un’assurda
solitudine nazionale.
alessia.lombardi@vitaciociara.it