Page 15 - Gennaio 2018
P. 15
15 - Vita Ciociara - Gennaio 2018
Lo spezzatino di ... San Domenico
Sciùanne gestiva una bettola-tratto- clienti in attesa, girandosi mentre fa- spezzatino nobilitato da abbondante Spigolature ciociare
ria nella piazza che da Santa portava ceva le sue cose depositò una fu- peperoncino e le servì ai clienti in at-
verso l’allora Monastero di Santa mante “pizza” nel pentolone dello tesa. Non ci crederete, ma costoro
Chiara (l’attuale arco Santa Chiara: spezzatino. La moglie di Sciuànne vollero il bis ed andandosene via per
il monastero andò distrutto nel terre- andava fiera del suo spezzatino con i loro affari non facevano altro che
moto del 13 gennaio del 1915). patate, ma nel constatare quanto era magnificare lo spezzatino di
Per incrementare le misere entrate successo, fu presa dallo sbigotti- Sciuànne veramente, quell’anno,
egli era solito partecipare alle fiere mento e cominciò ad imprecare. non solo più buono del solito, ma ad-
che si tenevano allora numerose in Sciuànne, nel sentire la moglie, dirittura ineguagliabile.
occasione delle festività dei suddetti uscito fuori del tendone chiese alla Quando i due coniugi tornarono al-
Santacchiùne sorani: San Giuliano, moglie cosa fosse successo e l’abituale lavoro nella loro bettola, a
San Ciro, San Domenico Abate, Val- quando costei gli ebbe rappresentato coloro che, avendone avuta con-
leradice ecc. quello che era successo, con mas- tezza, facevano richiesta di avere un
sima calma e certamente con inco- poco di spezzatino come quello ven-
Anche questa volta stava parteci- scienza così si rivolse alla moglie: duto a San Domenico, costui, con
«Gira, uagliò’, ca so’ perdesìm- magnifica faccia tosta, diceva che
pando alla fiera di San Domenico de mele!»3 non era possibile perché non aveva
jennàre1 (S. Domenico viene festeg- La poveretta continuò a girare frene- più a disposizione il “perdesìmmele”4
ticamente, ma non aveva il coraggio invernale di San Domenico! Come
giato ancora oggi in due date: a gen- di servire quattro affezionati clienti, dire: quella non era fame nera, ma
nel frattempo sopraggiunti. fame fame!
naio e ad agosto con grandi Sciuànne, accortosi dell’imbarazzo
della moglie la chiamò con una Gino Catenacci
cerimonie e grande concorso di po- scusa ed egli ne prese il posto. Ap-
prontò quattro abbondanti porzioni di (Da “Fantasie gastronomiche sorane” Edizione a cura
polo). Aveva, come al solito, allestito dell’Ass. Politiche Culturali del comune di Sora)
una specie di baracca con un grosso
tendone militare ed all’interno vi
aveva disposto tavoli e sedie in gran
numero per gli eventuali avventori.
Perché la moglie (addetta alla pre-
parazione dello spezzatino e della
trippa) non rubasse spazio clienti, le
aveva approntato un punto di cottura
all’esterno della
baracca, anche perché, per fortuna,
quell’anno il tempo — si era in gen-
naio — era inaspettatamente cle-
mente.
Ma siccome era arrivato a San Do-
menico con tutto l’armamentario utile
caricato su due “trainèlle”2 un poco
in ritardo rispetto agli altri esercenti
la vendita delle più varie merci (e no-
nostante fosse partito ben prima del-
l’alba lui spingendo la carrozza più
carica e la moglie l’altra) si era do-
vuto piazzare vicino al sito ove si te-
neva la vendita bestiame. Ma questo
non sarebbe stato un gran guaio!
Sennonché (poiché i guai non arri-
vano mai soli) una mucca, vera-
mente scostumata e senza il minimo
rispetto per il lavoro degli altri, nel
mentre la moglie di Sciuànne stava
approntando dei piatti di trippa dei
NOTE La chiesa di San Domenico oggi.
1- gennaio
2- carretti condotti a mano
3- “Gira ragazza che è prezze-
molo”
4- Prezzemolo