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Vita Ciociara
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Le “gesta” del brigante Gasbarrone nelle memorie di Pietro Masi
di Fernando Riccardi
razzante che costrinse il governo italiano a favorirne
l’allontanamento, ritornò a Sonnino, suo paese na-
tale. Ma qui, a causa dei suoi trascorsi briganteschi,
non era visto di buon occhio e allora decise di emi-
grare nel nord Italia. Grazie all’intercessione di un
potente prelato trovò accoglienza nella “Pia Casa
degli Incurabili” di Abbiategrasso, nei pressi di Mi-
lano, dove si spense nel 1882, all’età di 89 anni.
Durante i lunghi anni trascorsi in carcere, un brigante
di Patrica, Pietro Masi, raccolse le “memorie” di Ga-
sbarrone e le pubblicò a Parigi nel 1867, quando il
brigante era ancora dietro le sbarre. “Vita di Antonio
Gasbaroni scritta da Pietro Masi di Patrica, com-
pagno del medesimo nella malvivenza e nelle pri-
gioni”: questo il titolo del libro che fu subito coronato
da un incredibile successo, con le copie che anda-
rono a ruba in Italia e nell’intero continente europeo.
“Chi non ha inteso parlare di Gasbarrone, il famo-
sissimo brigante stato per tanti anni il terrore delle
provincie soggette al Papa? Chi non sa quanto egli
fu astuto e feroce? Chi non ha rabbrividito al rac-
conto delle geste di lui? Di lui che lo si disse parente
del cardinale Antonelli e perfino amante d’Isabella di
Spagna? Ora stanno per vedere la luce le sue me-
morie, scritte da un suo compagno e da lui dettate
nella quiete del ricovero di Abbiategrasso, dove morì,
vecchio di 88 anni, poco tempo addietro. E sono
queste memorie il non plus ultra delle meraviglie.
Una rara immagine de brigante Gasbarrone Sono esse la storia genuina del famosissimo bri-
gante, la storia nuda e cruda dei suoi delitti di sangue
Quando si parla di brigantaggio, in genere, si fa rife-
rimento a quello del periodo postunitario, quando si e delle sue avventure amorose. Da queste memorie
raggiunse, dopo un processo lungo e travagliato, la apprenderanno i lettori come Antonio Gasbaroni, da
cosiddetta unità d’Italia. C’è anche, però, un brigan- vaccaro e commerciante diventasse famigerato ma-
taggio che si sviluppò nella prima metà del XIX se- snadiero”: questo l’incipit di una ennesima edizione
colo e del quale si parla molto meno. E così oggi delle “Memorie”, edita dalla casa tipografica Perino di
voglio proporre ai nostri lettori un personaggio rap- Roma e pubblicata in dispense settimanali al costo di
presentativo di quel periodo, grazie anche al suo cinque centesimi l’una. Pietro Masi, il biografo di Ga-
aspetto, per così dire, ascetico: sto parlando di An- sbarrone, anch’egli brigante (aveva fatto parte della
tonio Gasbarrone (1793-1882) di Sonnino, il più au- sua banda), che sapeva leggere e scrivere, circo-
dace tra i briganti papalini. Costretto ad arrendersi stanza non proprio usuale a quei tempi, ci mise del
nel 1825, Gasbarrone rimase in carcere fino al 1870 suo per colorare con notizie inverosimili (la presunta
quando, alla veneranda età di 77 anni, fu graziato parentela con il potente cardinale Antonelli e i rap-
dal governo nazionale dopo la presa di Roma e la porti amorosi con Isabella di Spagna) la vita del suo
fine del potere temporale della Chiesa. Passò, compagno di cella. E così ne venne fuori un quadro
quindi, ben 45 anni in prigione senza mai aver su- in cui accanto alle tinte forti della violenza e dell’ef-
bito un processo né una sentenza di condanna. feratezza si alternano colori più languidi che mettono
Dopo aver vissuto per qualche tempo a Roma, dove in risalto la particolare natura del brigante. Una con-
ricevette un’accoglienza clamorosa ed anche imba- notazione, quest’ultima, non proprio brigantesca: