Il ricordo: 13 gennaio 1915, la terra trema

La tragedia del centro Italia del 1915, un ricordo difficile da dimenticare e da cancellare

Inizia un nuovo anno e si avvicina anche il 13 Gennaio, che ci ricorda l’immane tragedia del 1915.
I giornali del tempo parlarono ampiamente dell’evento. I loro inviati speciali descrissero minuziosamente il dramma che si presentò ai loro occhi: città e paesi distrutti, morti e feriti sotto le macerie, sopravvissuti alla ricerca di un ricovero qualsiasi, scene di disperazione, freddo, fame, paure. Grazie a quei servizi, tutti potettero conoscere la vastità del dramma e predisporsi ad un atto di solidarietà. In ogni regione italiana sorsero comitati spontanei che si misero a raccogliere indumenti, medicinali, alimenti e quant’altro risultasse utile ai terremotati. Una volta raccolti, i soccorsi vennero inviati o portati a destinazione (spesso giungendo prima di quelli statali).
Furono proprio i giornalisti ad indirizzare i soccorsi, a verificarne l’efficacia, a correggere o integrare gli interventi. Non si risparmiarono nel descrivere i disagi dei sopravvissuti, i provvedimenti adottati dal Governo, l’opera dei soccorritori (soldati, funzionari dello Stato, infermieri, vigili del fuoco, studenti, contadini ecc.), gli atti di coraggio, i salvataggi spettacolari (compiuti da militari o da umili personaggi) nonché i bisogni, le incongruenze, i ritardi, i disguidi, gli allarmismi (a volte diffusi ad arte), la presenza di gente tutt’altro che gradita (sciacalli, sfaccendati in cerca di emozioni, politici in cerca di pubblicità).
Ovviamente quei giornalisti, trovandosi ad operare in condizioni di estrema difficoltà, non sempre potettero verificare la fondatezza delle notizie che andavano raccogliendo e diffondendo, per cui in qualche caso andarono oltre la realtà dei fatti. Ma non per questo venne meno la bontà complessiva del lavoro svolto. A mo’ d’esempio riporto uno di quei “servizi”: riguarda la città di Sora e fu pubblicato su La Perseveranza del 15 Gennaio 1915.
“Napoli, 14. – Telegrafano da Sora.
La laboriosa e simpatica cittadina di Terra di Lavoro è una tra le duramente provate dalla tremenda sventura che si è abbattuta sull’Italia. Il terremoto vi ha seminato la distruzione e la morte. La cifra dei feriti nel disastro non è ancora bene stabilita e le famiglie colpite nei loro affetti più cari e rovinate finanziariamente si contano a migliaia. Eccovi intanto le prime notizie, come ci sono state fornite da un amico che si trovava per caso a Sora:
Avevo pernottato nell’albergo Roma, un fabbricato a due piani di moderna costruzione situato nella strada di Isola del Liri. Alle 7,50, mentre stavo vestendomi, avvertii due fortissimi colpi di vento. Un paio di minuti dopo si verificò la prima scossa, scossa leggera in senso ondulatorio. La sveglia
che si trovava sul camino si fermò di colpo. Mi accorsi che il letto, i mobili, le lampade si muovevano. Continuai a vestirmi in fretta. Frattanto l’ondulazione divenuta per pochi minuti più lieve, crebbe spaventosamente in intensità. Dal soffitto cominciarono a staccarsi pezzi di calcinaccio.

Aiuto! Aiuto! – udii gridare – Il terremoto. Aiuto! Mi giunsero distintamente dalla strada e dall’interno dell’albergo urla di terrore, invocazioni, pianti disperati. Il confuso gridio fu coperto poscia da uno spaventoso fracasso. Una parte dell’albergo era crollata: fuori, fuori! Le case, i palazzi rovinavano rapidamente un dopo l’altro. All’enorme fragore successe un silenzio di tomba. Mi precipitai giù per le scale.
L’albergo era deserto. Un fitto polverone mi contendeva la vista degli oggetti e delle cose.
Scesi nella strada [.] La folla terrorizzata aveva preso ad urlare correndo affannosamente verso l’aperta campagna.”

Ottavio Cicchinelli

(Da Vita Ciociara online del gennaio 2013)

Sul numero di gennaio di Vita Ciociara online, in uscita tra qualche giorno, un ampio servizio della tragedia

Il numero di Dicembre di Vita Ciociara online

Lascia il primo commento

Lascia un commento