Page 3 - Marzo-2021
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Vita Ciociara                                                   pagina 3






           L’Editoriale

                                                                       di Massimo De Santis
                                                                      di Massimo De Santis






                                         Femminicidio: la piaga inguaribile.

               Partiamo da alcuni riferimenti biblici per far luce, ove ciò fosse possibile, sul ruolo della donna nella so-
               cietà. Nata per volere divino da una costola dell’uomo, questi appena la vide esclamò:  “Questa volta
               essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata
               fatta.” (Genesi, 2,23). Un’esclamazione di euforia, di gioia, di appagamento, di felicità. L’uomo non era
               più solo, ma aveva una compagna. Poi la tentazione del serpente e la cacciata dal Paradiso. Storia
               vecchia e abusata e per alcuni leggenda. E’ questo appartenere all’uomo che nei secoli si è rivelato
               come un segno di sottomissione “ Verso tuo marito sarà il tuo istinto ma egli ti dominerà” (Genesi, 3,16)
               ed ha creato le più grandi tragedie della storia, fino ad arrivare ai giorni nostri. Nella storia della donna
               ce ne sono state tantissime famose per le loro gesta : da Rut a Giuditta a Ester le cui gesta eroiche ap-
               paiono sul libro sacro, a Zaccaria di Sant’Agata, Margherita Boninsegna, Caterina Bianchetta, ma so-
               prattutto Giovanna D’ Arco, la più famosa, tutte finite sul rogo come eretiche, in un medioevo durato
               troppo a lungo. In un medioevo in cui le donne erano considerate dalla Chiesa come “porte dell’inferno”,
               a cui era vietato tutto o  quasi. Una visione della donna catastrofica, esclusa dalla società e relegata in
               casa, che è andata avanti fino agli albori delle prime rivendicazioni sull’uguaglianza: era il 1848, a Se-
               neca Fall, vicino New York, si tenne la prima assemblea di donne per rivendicare i propri diritti. In que-
               sta data ha inizio il movimento femminista, ad opera di Elizabeth Cady Stanton. I motivi del movimento,
               anzi, dei movimenti, furono molteplici sì da essere definiti femminismi, tante erano le questioni aperte
               sul tavolo, dal diritto al voto, dai diritti civili, dalle rivendicazioni salariali, allo sfruttamento, alla discrimi-
               nazione,  etc.. Questo breve epilogo su un argomento complesso per voler sottolineare come ancora
               oggi, dopo anni di conquiste e di lotte, non sia ancora cambiata la tendenza dell’uomo a considerare
               più come proprietà che come compagna con uguali diritti la donna. La tendenza a voler limitare la libertà
               di pensiero e di movimento della propria compagna, è il risultato di una cultura repressiva che nulla ha
               a che fare con l’Amore. La donna ha raggiunto il diritto alla scelta del proprio partner in totale libertà,
               ma la funzione equilibratrice del sentimento dell’Amore ha subìto uno scompenso e non è più garanzia
               di stabilità della coppia. Non è infatti la violenza subita da uno sconosciuto, in testa alla deplorevole clas-
               sifica dei femminicidi, ma proprio in ambito familiare si rilevano i maggiori casi di omicidio, in primis tra
               marito e moglie, tra ex partner, tra parenti. Siamo lontani anni luce dalla concezione paternalistica della
               famiglia e dalla visione di una donna sottomessa ed ubbidiente “Le mogli siano sottomesse ai mariti
               come al Signore; il marito  infatti è capo della moglie… le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.”
               Così San Paolo nella lettera agli Efesini (5,22), ma nella stessa lettera dice: “… così anche i mariti
               hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se
               stesso.” Dunque è un possesso reciproco in nome dell’Amore. Perché si sostituisce la violenza al-
               l’Amore? Colpa della società? Colpa della cultura dilagante? Troppo comodo scaricare la colpa su que-
               ste due varianti: noi siamo la società, noi siamo la cultura del nostro tempo, e allora? Ci sovviene la
               concezione del bene e del male: il bene ed il male sono direttamente proporzionali, se aumenta l’uno
               aumenta anche l’altro. Se il bene raggiunge il 60% il male non scende al 40% ma sale anch’esso al 60%.
               La condizione ideale è rimanere cinquanta a cinquanta, la più saggia. Il problema non è solo italiano,
               uno dei problemi sempre più attuali e contingenti è l’alto numero di femminicidi che si verificano nel
               mondo. E’ la Lettonia a detenere il triste primato di femminicidi con un tasso del 4,2 su 100.000 donne,
               seguita dalla Lituania, 3,57, da Malta, 1,70, mentre l’UE ha un tasso dello 0,70 e l’Italia lo 0,43 (fonte
               Istat).  Ma non è finita, la donna ancora oggi subisce discriminazioni sia all’interno della famiglia che nelle
               relazioni con il mondo esterno: nell’istruzione, nel lavoro, nella vita sociale. Riusciranno l’uomo e la
               donna a trovare il giusto equilibrio nel rispetto reciproco?


                                                                           massimo.desantis@vitaciociara.it
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