
Dal numero di ottobre di Vita Ciociara
E’ stato un onore per me essere a Roccavivi, in un angolo del paese che porta anche l’impronta del mio pennello. Voglio ringraziare di vero cuore la Pro Loco, che ha avuto l’idea di recuperare uno spazio, creando un piccolo salotto culturale. Ringrazio l’Associazione per avermi dato la possibilità di contribuire, con la mia pittura, a realizzare questo prezioso progetto. E non è la prima volta: già l’anno scorso ho dipinto un murales su Feliciano, un cittadino tanto amato, per la sua fragilità, dal paese tutto.
Roccavivi, con i suoi vicoli, è uno splendore e va valorizzata.
Io ho cercato di interpretare, con la mia opera, gli elementi e gli aspetti architettonici del luogo.
Come lo stesso Arminio ci ammonisce, il mondo è la nostra casa e ogni pezzo di mondo si deve sentire a suo agio in questa casa comune.
L’accoglienza deve essere la sua cifra; accoglienza non solo agli uomini, ma anche agli animali e alle piante. Il mondo non deve essere una cava, ci dice il poeta, da cui estrarre risorse, ma un luogo in cui vivere con gentilezza e con garbo.

E nessun luogo, più di un paese, ci dà questa possibilità. Un paese è sacro, perché depositario di una lunga tradizione culturale che dobbiamo avere la forza di trasmettere alle nuove generazioni.
E dobbiamo farlo con l’arte, con i libri, con i tempi lunghi dei sentieri di montagna, con l’ascolto attento all’eco del passato.
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