
L’11 settembre 2001, alle ore 8.54 ora locale (le 14.54 in Italia) un Boeing 767 dell’American Airlines si schiantò contro una delle torri gemelle del World Trade Center di Manhattan, a New York.
Diciotto minuti dopo (alle 9.12), quando ancora si pensava alla fatalità, un secondo aereo passeggeri, un Boeing 737 della United Airlines, squarciò l’altra torre, durante la diretta della televisione americana CNN.
Alle 9.45, a Washington, un terzo aereo passeggeri, un Boeing 757, si schiantò sopra il Pentagono, sede dello Stato Maggiore dell’esercito americano.
Alle 10.07 e alle 10.27, in seguito alle fiamme, crollarono rispettivamente le due torri del World Trade Center (due grattacieli di 110 piani ciascuno), che erano la sede di quattro Borse e di cinquecento società internazionali e in cui lavoravano circa cinquantamila persone e transitavano ogni giorno circa settantamila turisti.
Alle 10.56 un quarto aereo, un Boeing 767, precipitò a Somerset, vicino a Pittsburg, in Pennsilvania: forse avrebbe dovuto essere il secondo “proiettile” contro il Pentagono.
Le vittime totali furono 2.974, esclusi i diciannove dirottatori.
Il governo statunitense determinò che responsabile degli attentati era stata l’organizzazione terroristica Al-Qaeda, diretta da Osama bin Lade.
Oggi come allora, il ricordo dei tragici momenti è ancora presente nella nostra mente.

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