
L’Università popolare di Sora prosegue con i suoi incontri culturali incentrati su temi di interesse generale che diano anche risposte ai quesiti più grandi del nostro tempo.
E’ la volta del Clima e dell’Ambiente, che non possiamo più considerare separati fra loro e dalle azioni dell’uomo.
Abbiamo chiesto aiuto al professor Federico Butera, che è stato docente di Fisica tecnica ambientale al Politecnico di Milano, che sarà con noi il 25 novembre, alle ore 18.00, presso l’Auditorium dell’Istituto d’Istruzione Superiore Cesare Baronio, in Via Ludovico Ariosto 1.

Al centro dell’incontro, i contenuti della sua opera Affrontare la complessità. Per governare la transizione ecologica.
Siamo messi, ormai, di fronte ai limiti del nostro pianeta, che non sopporta più l’impatto sull’ambiente fisico esercitato dalle attività e dalla produzione di oggetti da parte dell’uomo, che tende a disperderli nell’ambiente stesso, senza curarsi dell’alterazione dei sistemi che compongono il sistema Terra.
Se l’umanità si mantenesse dentro quei limiti, potrebbe continuare a prosperare. Dal momento che non è così, aumenta il rischio di generare cambiamenti ambientali improvvisi e irreversibili su larga scala.
Il pregio dell’opera di Butera risiede nel fatto che, per ognuno dei nove limiti individuati, vengono descritte le interconnessioni tra i sistemi, i rapporti di causa ed effetto. Il processo “perdita di integrità della biosfera” è quello che presenta interazioni con tutti gli altri, e dell’alterazione di ciascuno degli altri subisce gli effetti. Grandi cambiamenti nel clima o nell’integrità della biosfera basterebbero da soli a portare il sistema Terra fuori dalla condizione di equilibrio dell’Olocene, cioè dell’età della storia della natura in cui la presenza dell’uomo non costituiva ancora un pericolo per la natura stessa. Giovedì 25 novembre chiederemo al professor Butera che cosa sia urgente fare, quale parte spetti ad ognuno di noi, come sia possibile fare in modo che gli squilibri intervenuti tra i sistemi naturali non danneggino sempre più le periferie del mondo, tutti coloro che stanno pagando il prezzo più alto per le disuguaglianze che un sistema economico indifferente ai limiti imposti dalle cose genera.

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