Omicidio Mollicone, inaspettato colpo di scena: i Mottola rompono il silenzio

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Franco e Marco Mottola hanno deciso di rompere quel silenzio dietro il quale si sono trincerati per 18 anni. L’ex comandante della stazione di Carabinieri di Arce ed il figlio, incontreranno pubblicamente la stampa. La conferenza è stata indetta dall’avvocato Francesco Germani e dai consulenti dei due indagati che unitamente ad Anna Maria Mottola, moglie e madre di Franco e Marco, sono accusati dell’omicidio di Serena Mollicone. Sabato 11 gennaio 2020 dalle 10:30 alle 12:30 presso l’Hotel Rocca a Cassino, spiegheranno la loro posizione in merito alle indagini della Procura di Cassino. Un evento questo che arriva a pochi giorni dall’udienza preliminare fissata per il prossimo 15 gennaio davanti al Gup del tribunale di Cassino, Domenico Di Croce. Il tutto mentre il maestro Guglielmo Mollicone, padre della diciottenne assassinata il primo giugno del 2001 ad Arce, da oltre un mese lotta contro la morte a seguito di un gravissimo malore che lo ha colpito lo scorso 28 novembre. Dicevamo quindi i due componenti della famiglia Mottola nel loro incontro con la stampa stanno supportati dai consulenti Enrico Delli Compagni psicologo e Antonio Della Valle che è invece un medico legale. In particolare quest’ultimo dovrà ‘scardinare’ la relazione stilata dalla dottoressa Cristina Cattaneo, luminare nella branca della tanatologia e direttrice Istituto di medicina legale dell’Università, il Labanof, laboratorio di antropologia e odontologia forense, unico in Europa. Il medico legale scelto dalla Procura di Cassino per fare chiarezza, una volta per tutte, sul delitto di Arce, è riuscito in un anno e mezzo a ‘far parlare’ il corpo di Serena che è stato riesumato e trasferito a Milano. La dottoressa Cattaneo è riuscita ad individuare tutto quello che per gli altri era ‘invisibile’. Tra i capelli folti e ricci della studentessa ha trovato importanti frammenti di legno, ruggine e vernice. Sugli zigomi fratture compatibili con la porta contro la quale sarebbe stata sbattuta. Una porta in uso nella caserma dei Carabinieri di Arce e poi fatta sparire e conservata nella cantina di un appuntato all’epoca in servizio nella struttura militare. Un lavoro certosino quello portato avanti dalla dottoressa Cattaneo. (Fonte: Frosinone Today) [bt_youtube url=”https://youtu.be/tPmcOl79BEU” width=”600″ height=”400″ responsive=”yes” autoplay=”no”][/bt_youtube] Il video del mistero dell’omicidio di Arce

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