
Brasile, c’è il pericolo di una ristrutturazione del debito
Il colosso presieduto da Igor Sechin ha deciso di cedere il 9% del pacchetto azionario di Saras: resterà azionista con una quota del 12%. Il titolo della raffineria paga la notizia a sorpresa e soffre in Borsa. L’investimento, avviato due anni fa, genera una plusvalenza di 45 milioni
La conferma che il momento che il paese sta attraversando è davvero molto difficile arriva dai Credit default swap (CDS) sul debito sovrano del Brasile, i contratti che consentono agli investitori di coprirsi dal rischio fallimento degli emittenti obbligazionari del paese sudamericano: i CDS a 5 anni in dollari statunitensi hanno sfiorato il 5,5% mentre quelli a 5 anni relativi invece alle obbligazioni societarie in valuta forte hanno perforato addirittura i 9 punti percentuali.
Livelli, come fanno notare gli addetti ai lavori, che risultano al di sopra persino di quelli raggiunti sia durante la crisi finanziaria globale del 2008/09 e sia nel corso della precedente profonda crisi del paese del 2002. Tuttavia, secondo diversi analisti, il robusto livello di riserve di valuta estera mostra una importante differenza (positiva) rispetto al 2002-2003, inoltre la recessione in atto, in combinata con il forte calo delle materie prime a livello internazionale, dovrebbe riuscire a mitigare la dinamica rialzista dei prezzi al consumo nel paese permettendo all’inflazione brasiliana di attestarsi al 6 per cento entro la metà del prossimo anno.
Se ciò si concretizzasse, le autorità governative potrebbero avere un certo respiro nell’attuare le riforme necessarie a rilanciare il paese. Il problema, sempre secondo questi analisti, è che persisterebbero comunque rischi per le finanze pubbliche nel corso dei prossimi 12 – 36 mesi in termini di bilancio lasciando pochi spazi di manovra per l’esecutivo che, al contrario, di quanto accadde al governo Lula nel 2003, avrebbe a disposizione poche carte da giocare, oltretutto in un contesto di scarsa popolarità. Sullo sfondo, in tutti i casi, un elemento che resta insostenibile è la dinamica del debito pubblico. Un evento creditizio pubblico rappresenta infatti il principale rischio, perché se la posizione fiscale non viene corretta in tempo, prima o poi sarebbe necessaria una qualche forma di ristrutturazione del debito del paese.
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