
E’ finito l’incubo per i 12 baby calciatori e il loro coach, rimasti intrappolati nella grotta di Tham Luang, in Thailandia. Dopo 17 lunghi giorni tutto il gruppo è stato portato in salvo. Le operazioni di recupero sono state divise in tre tranche: i primi quattro ragazzi sono fatti uscire domenica, mentre l’ultimo a lasciare la grotta, martedì, è stato l’allenatore.
“Tutti i ragazzi e l’allenatore sono stati estratti dalla grotta”, è stato annunciato sulla pagina Facebook degli “Hooyah”, i Navy Seals thailandesi.
Secondo un responsabile del ministero della Sanità, “i ragazzi sono tutti in buona salute” e “stanno bene a livello psicologico”. Mano a mano che venivano soccorsi, sono stati sottoposti ad esami radiologici e test del sangue: a due sono stati riscontrati sintomi di polmonite, ma dopo la somministrazione di antibiotici sono “in condizioni normali”, ha riferito sempre il funzionario ministeriale.
Ciascuno dei ragazzi è stato portato fuori da due sommozzatori, seguendo un percorso molto difficile, con lunghi tratti sommersi. Complessivamente, svariati chilometri in cui si alternano pozze inondate e passaggi molto angusti, un tracciato da cinque ore anche per gli esperti di immersioni. Per garantire la massima sicurezza, non è stato possibile effettuare più di quattro viaggi di recupero al giorno (in modo da permettere il ripristino delle attrezzature e la ricarica delle bombole di ossigeno per il viaggio di andata e ritorno dei sub), così le operazioni di soccorso sono state divise in tre tranche: la prima portata a termine domenica, l’ultima martedì.
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