Morti sul lavoro, i numeri di una strage italiana

Sono oltre mille nei primi 11 mesi del 2021

A crescere è soprattutto il dato sui lavoratori extracomunitari. L’analisi per età rileva incrementi per gli Under 34 e la fascia 40-49 anni, sul lavoro si muore più al Sud

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate entro il mese di novembre sono state 1.116, 35 in meno rispetto alle 1.151 registrate nei primi 11 mesi del 2020 (-3,0%). Lo riporta l’Inail, presentando gli open data dei primi 11 mesi del 2021. «A livello nazionale i dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano per i primi 11 mesi di quest’anno un aumento solo dei casi avvenuti in itinere, passati da 199 a 234 (+17,6%), mentre quelli in occasione di lavoro sono diminuiti del 7,4% (da 952 a 882)», spiega l’Inail.

Secondo i dati forniti dall’Istituto, la gestione assicurativa Industria e servizi passa da 1.002 a 946 denunce mortali, registrando un calo del 5,6%. Salgono però le denunce dell’Agricoltura, da 103 a 122 (+18,4%) e del Conto Stato, da 46 a 48 (+4,3%). Dall’analisi territoriale emerge un incremento nel Sud (da 243 a 297 casi mortali), nel Nord-Est (da 225 a 250) e nel Centro (da 197 a 212). Il numero dei decessi è invece in calo nel Nord-Ovest (da 397 a 282) e nelle Isole (da 89 a 75). Tuttavia, L’Inail invita alla cautela nel confronto, dal momento che «i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19» e quindi potrebbero «non conteggiare alcune “tardive” denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020».

Fonte: La Stampa

Il numero di Dicembre di Vita Ciociara online

Lascia il primo commento

Lascia un commento