Biden avverte Putin: “Sull’Ucraina rischi dure sanzioni”

Un’escalation militare potrebbe portare a “dure misure economiche e di altro genere” nei confronti della Russia

Il presidente Usa, Joe Biden, ha minacciato di “dure misure economiche e di altro genere” il leader russo Vladimir Putin, in caso di una escalation militare in Ucraina.

Nel loro colloquio in video conferenza – il quinto contatto tra i due presidenti da quando Biden si è insediato a gennaio scorso – il capo della Casa Bianca si è presentato portando al tavolo anche il sostegno degli alleati europei sull’opzione di misure punitive, da usare come deterrente a quelli che gli Usa ritengono i piani russi d’invasione dell’ex repubblica sovietica. 

“I miei saluti, signor presidente”, ha rotto il ghiaccio Putin salutando dalla sua residenza di Sochi un Biden sorridente che appariva in video-collegamento sullo schermo dall’altra parte del tavolo.

“Felice di rivederti, l’ultima volta non ci siamo incontrati dal vivo al G20, spero che la prossima sarà di persona”, ha risposto Biden dalla Situation Room della Casa Bianca. I due leader si sono parlati per due ore cinque minuti su una “linea sicura” appositamente inaugurata per l’occasione. 

Sullo sfondo del crescente allarme Usa per l’ammassamento di truppe russe al confine ucraino e l’irritazione di Mosca per le attività militari della Nato sul fianco orientale, si può immaginare che al di là delle immagini cordiali dei primi saluti, diffuse dal Cremlino, il colloquio sia andato avanti in un clima teso. Anche perché i due Paesi hanno accumulato numerosi dossier spinosi che hanno portato le relazioni bilaterali a un livello “deplorevole” come ha detto in passato il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov. 

Biden non ha parlato direttamente di aiuti militari a Kiev, concentrandosi sulle conseguenze per Mosca di una nuova sfida all’Occidente. Gli Stati Uniti e gli alleati europei hanno lavorato per rafforzare l’esercito ucraino dopo lo shock dell’annessione russa della Crimea nel 2014.

L’Occidente – Mosca lo sa – non ha intenzione d’inviare truppe in un conflitto militare diretto con la Russia e così le opzioni per esercitare reale pressione sul Cremlino rimangono limitate. 

Secondo i media americani, insieme ai partner europei (in primi, Italia, Germania, Francia e Regno Unito, subito sentiti al telefono dal presidente Usa dopo il vertice con Putin) Washington studia un pacchetto di sanzioni che andrebbero a colpire gli oligarchi più vicini a Putin, le banche e che prevederebbe anche l’esclusione di Mosca dal circuito Swift per i trasferimenti finanziari su scala globale.

Ma lo strumento di ‘leverage’ che gli Stati Uniti sbandierano con più insistenza è il gasdotto Nord Stream 2, nella cui realizzazione è impegnata in prima linea la Germania: “Se il presidente Putin vuole vedere fluire gas nel Nord Stream 2 non deve invadere l’Ucraina”, ha avvisato il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, aggiungendo che gli Usa “sono pronti a fare cose che non hanno fatto nel 2014” per l’annessione della Crimea.

Alle minacce americane, il leader russo ha risposto, secondo la nota del Cremlino, sottolineando le responsabilità di Kiev che “vuole distruggere gli accordi di Minsk” e invitando a “non addossare alla Russia” il degrado delle relazioni con l’Occidente.

“La Nato sta facendo pericolosi tentativi di conquistare il territorio ucraino e sta aumentando il suo potenziale militare ai nostri confini”, ha detto Putin ribadendo la richiesta – già definita inaccettabile da Washington – di avere garanzie legalmente vincolanti che l’Alleanza atlantica non si allarghi a Est, con l’adesione ucraina, e che non vengano dispiegate armi offensive negli Stati adiacenti alla Federazione. 

Biden ha comunque lanciato un appello al “ritorno alla diplomazia” sull’Ucraina, probabilmente riferendosi alla convocazione di un incontro del formato Normandia, per Mosca però ormai esauritosi in quanto Germania e Francia (parte, con Russia e Ucraina, del formato che ha avviato il processo di pace) non sono più ritenute in grado di premere su Kiev per il rispetto degli accordi di Minsk del 2015; questi prevedevano il ritiro delle milizie filo-russe dal Donbass in cambio di una maggiore autonomia delle regioni dell’Est, mai realizzata. Il pressing diplomatico per abbassare la tensione è partito: Biden sentirà il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, giovedì, mentre l’Eliseo ha fatto sapere che il presidente francese Emmanuel Macron ha in programma colloquio con Putin e il leader di Kiev per mediare una de-escalation. Intanto gli Usa promettono di coordinarsi con gli alleati sui futuri passi.

La video conferenza tra i due leader ha toccato anche i temi della sicurezza informatica, della stabilità strategica e dell’Iran, su cui c’è stata sia per il Cremlino che per la Casa Bianca “una buona” conversazione. Il direttore del Carnegie Center di Mosca, Dmitri Trenin, ha giudicato “utile” il colloquio tra i leader: “Riconoscere le reciproche preoccupazioni relative alla sicurezza è cruciale”, ha scritto, “riattivare un canale sull’Ucraina può aiutare a evitare fraintendimenti e la cooperazione sull’Iran è segno di un’agenda positiva”

Fonte: AGI

Il numero di Novembre di Vita Ciociara online

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