Successo a Patrica per la mostra fotografica HUMAN STORIES

Si è conclusa la mostra fotografica HUMAN STORIES che ha visto protagonisti numerosi fotografi della provincia di Frosinone sul tema del ritratto e di ciò che si cela dietro di esso.

La mostra è stata esposta per 10 giorni all’interno delle sale di palazzo moretti, con grande affluenza e stupore dei visitatori Patricani e non.

Il concorso ha visto un vincitore assoluto, ma ci sono state anche diverse categorie premiate che vi elenchiamo:

EMOZIONALE – Stefano Notargiacomo

RITRATTO – Luisa Sacarato

Reportage – Noemi Belotti

Bianco e Nero – Matteo Mancini

Concettuale – Eleonora Di Folco

VINCITORE – Matteo Rea

Si ritiene molto soddisfatto Stefano Di Pofi, Consigliere Comunale che ha curato l’organizzazione del Concorso fotografico:

“E’ stato il primo evento che ho organizzato come Amministratore Comunale e vedere così ampia partecipazione mi ha riempito di soddisfazione. Sono state molte le foto ricevute, ma sono state 26 quelle selezionate, ognuno a modo suo è riuscito ad interpretare in pieno il tema del concorso. Un ringraziamento va all’assessore alla Cultura Tatiana de Alexandris che ha trovato spazio all’interno della rassegna Arteria per l’esposizione delle foto, al Sindaco ed all’Amministrazione Comunale che sono sempre favorevoli ad aventi volti a promuovere arte e cultura, un grande ringraziamento alla Giudice Marzia Bianchi che si è occupata in modo professionale ed imparziale della selezione e della premiazione delle foto esposte, ed un immenso ringraziamento all’Associazione VIVA, in particolare a Cristina Cavicchini e Davide Luigi Cerroni che si sono occupati della realizzazione e promozione della mostra fotografica, senza il loro supporto non sarebbe stato possibile tutto ciò.

Non c’era foto più rappresentativa del titolo “HUMAN STORIES” se non quella del vincitore Matteo Rea, infermiere con la passione della fotografia che ci racconta i suoi due scatti che gli hanno fatto valere il primo premio:

Si chiama Mattheus, e la mamma viene da uno di quei villaggi remoti della Guinea-Bissau chiamati Tabanke. Di quel giorno ricordo la luce del tramonto, si spegneva teneramente dalla finestra della sala parto, col rosso che faceva a cazzotti con la luce fredda dei led delle lampade. Poi rumori, tanti rumori, quelli della gente che al di fuori vendeva gli ultimi frutti del raccolto mattutino, e poi auto, bambini, motociclette. È stato un parto difficile, e Matteus c’ha impiegato tanto per gridare al mondo il suo primo vagito. Suspance, sudore, in Guinea-Bissau la mortalità post-parto è altissima e rischiavo di assistere all’ennesimo decesso. Poi, quel primo flebile pianto, gli occhi si aprono al mondo, la pelle comincia a colorarsi, è Mattheus, maestoso, come la vita.”

Ufficio stampa comune di Patrica

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