
Si continua a scavare tra le macerie del ponte Morandi crollato martedì mattina nel capoluogo ligure. I morti accertati sono 39, compresi tre bambini di 8, 12 e 13 anni. Il numero delle vittime, però, cresce man mano che i corpi vengono recuperati. “Con il passare delle ore aumenta, purtroppo, la conta dei morti”, ha detto il premier Giuseppe Conte, che ha presieduto il consiglio dei ministri riunito in città in giornata. Quindici i feriti ricoverati negli ospedale, tra cui 12 in codice rosso. Un’altra persona, invece, è stata dimessa nella tarda serata di martedì. I soccorritori continuano a scavare senza sosta ma da sotto i cumuli di detriti non giunge più alcun segnale di vita da martedì sera. Secondo alcune fonti i dispersi sarebbero ancora decine, mentre cinque sono le persone ancora non identificate. Più di seicento, invece, le persone sfollate alle quali è stato vietato di tornare nelle loro case che sorgono sotto il pilone del ponte rimasto in piedi ma che è pericolante: potrebbe dunque crollare da un momento all’altro.
A infuriare, come spesso capita nel day after della tragedia, è la caccia ai responsabili. Anche perché questa volta a causare la strage non è stata una calamità naturale. Sul banco degli accusati, dunque, è finita la Società Autostrade, scaricata dal governo. I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono concordi nell’annuncuiare la revoca della concessione, mentre il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Toninelli chiede le dimissioni dei veritici . Il presidente del Consiglio, alla fine del Cdm, ha confermato che è intenzione dell’esecutivo sciogliere ogni legame con Autostrade per l’Italia. Che affida la replica a un comunicato in cui rivendica di avere sempre “adempiuto a obblighi” e propone la ricostruzione del viadotto in cinque mesi. Secondo il procuratore di Genova Cozzi: “Non è stata una fatalità, ci sono responsabilità precise. Per il cardinale Angelo Bagnasco “sarebbe gravissimo se venissero accertate responsabilità umane”. Intanto, anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria dice che “non ci sono alibi” per quanto accaduto e ribadisce la “necessità di un grande piano di investimenti pubblici in infrastrutture, priorità dell’attuale governo per i quali non ci saranno vincoli di bilancio“.
Si vedrà. Al momento di sicuro c’è solo che non si sa con precisione quante persone siano ancora disperse: questa mattina i soccorritori hanno recuperato i corpi di quattro ragazzi rimasti incastrati tra le lamiere dell’auto su cui viaggiavano. “Ogni ora che passa è sempre più difficile trovare persone vive, ma continuiamo a sperare e scavare”, spiega l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone. Le ricerche dei corpi e di ewventuali superstiti sono andate avanti per tutta la notte e proseguiranno nelle prossime ore. Al lacoro si sono oltre mille soccorritori tra vigili del fuoco, tecnici sanitari e forze dell’ordine, con l’unico obiettivo di tirare fuori dalle macerie quanti più sopravvissuti possibili. Le squadre dei vigili del fuoco stanno scavando sui due lati del Polcevera in cui ci concentrano le macerie e anche nel letto del torrente. Al momento due delle tre aree di ricerca sono state bonificate: si tratta di quella che si trova sul lato sinistro del fiume, dove ci sono i depositi dell’Amiu – l’azienda ambientale del Comune di Genova -, e di quella al centro del Polcevera, dove ci sono i resti di diversi mezzi pesanti e di auto schiacciate da un enorme pezzo di ponte conficcato nel terreno. Le ricerche invece continuano nella zona della ferrovia, lungo il lato destro del fiume: lì i vigili del fuoco stanno scavando sia attorno ai resti del pilone sia poco più in là, dove sotto un pezzo di ponte crollato si è aperto una sorta di cratere con ancora dei mezzi all’interno.
“Ora la priorità è cercare le eventuali persone che ancora sono sotto le macerie, ma subito dopo inizierà un’altra fase molto critica che è quella di rimuovere questa diga artificiale che si è creata nel torrente Polcevera, e che rappresenta un pericolo concreto per la città“, ha detto il direttore generale della Protezione civile Agostino Miozzo, facendo il punto sugli interventi in programma per i prossimi giorni. I detriti, spiega ancora, “vanno rimossi nei prossimi giorni, non nei prossimi mesi perché se dovessero arrivare delle precipitazioni importanti, che in questa zona non mancano, ci potrebbero essere dei rischi per la popolazione”.
Tra le vittime c’è un’intera famiglia originaria di Campomorone, in provincia di Genova, Erano partiti per le ferie e li aspettava un traghetto per la Sardegna, tra le lamiere sono stati ritrovati il loro ombrellone e il pallone del bimbo. Accertata anche la presenza di tre cittadini cileni tra i deceduti. Nel crollo, hanno perso la vita anche quattro amici di Torre del Greco: stavano andando in vacanza a Barcellona, sarebbero dovuti partire in aereo ma poi all’ultimo avevano preferito prendere la macchina.
Ma ci sono anche Andrea Cerulli, socio del Genoa Club Portuali Voltri; Elisa Bozzo, di cui per ore gli amici hanno cercato notizie fino alla conferma della terribile verità. Deceduti anche due operai dell’Amiu, la ditta che si occupa della raccolta rifiuti. Si trovavano all’interno di un furgone nell’isola ecologica che è stata travolta da uno dei piloni crollati. Vincenzo Licata, 58 anni, nato ad Agrigento; Andrea Cerulli, 48 anni, di Genova; Gianluca Arpini, 29 anni, di Genova; Alberto Fanfani, 32 anni, nato a Firenze; Bruno Casagrande, 35 anni, di Genova
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