
Due ferite al torace, quattro o cinque all’addome. Quest’ultime così gravi da procurare un’emorragia ad Antonio Teoli, 68enne di Esperia, e successivamente la morte. Forse una lenta agonia, ma sarà l’autopsia, fissata a sabato, ad accertare le lesioni che hanno portato al suo decesso. Un delitto come conseguenza di una violenta lite che scaturisce da anni di conflitti familiari, alimentati dall’alcol, tra la vittima e il secondogenito Mario. Il 29enne è accusato di omicidio volontario e ieri pomeriggio davanti al pm Emanuele De Franco, che ne ha disposto il fermo, ha ammesso la lite, negando però di aver ferito il padre. Il suo stato confusionale, lo shock e le cure farmacologiche che i medici gli hanno somministrato in ospedale durante le 13 ore di ricovero, potrebbero aver sbiadito i suoi ricordi. Circa quarantacinque minuti, a partire dalle 14,20, è durato l’interrogatorio del pm alla presenza del difensore di fiducia, l’avvocato Angelo Pollino. Lì dove la memoria ha “cancellato” le sequenze più violente della lite, il ragazzo ha risposto con due parole “non ricordo”. Lo stato psichico di Mario appare fragile e per questo motivo è tenuto d’occhio con una certa frequenza dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Oggi alle 10, in carcere a Cassino, si terrà l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Salvatore Scalera. “Il mio assistito ha reso delle dichiarazioni spontanee al pm subito dopo essere stato trasferito in carcere – ha dichiarato l’avvocato Pollino -. E’ azzardato fare commenti e definire, prima ancora di aver acquisito il fascicolo, la strategia difensiva”.
Intanto è fissato per sabato il conferimento dell’incarico al medico legale, Daniela Lucidi, che nella stessa giornata eseguirà l’autopsia sul corpo di Antonio. Il consulente della Procura dovrà anche visitare l’indagato per accertare la compatibilità delle ferite alle mani con i due grossi frammenti di vetro usati per assassinare il padre e che sono stati sequestrati insieme ad un comune cortello da cucina.
Una convivenza difficile quella tra Antonio e Mario che è inevitabilmente degenerata poco dopo le 20 di mercoledì. Padre e figlio hanno iniziato a discutere davanti l’ingresso di casa, che si trova lungo la via provinciale al civico 17. Strada che conduce al centro di Esperia. E’ proseguita all’interno dell’abitazione. Uno di loro, forse l’ultimo ad entrare, si sarebbe chiuso la porta alle spalle con una forza tale da causare la rottura di un vetro. I frammenti, di diverse dimensioni, sono finiti a terra, verso l’interno. Mario si è “armato” di due pezzi di vetro di discrete dimensioni ed ha colpito il papà. Una volta, due, tre. Ancora e ancora. Erano faccia a faccia. L’uomo barcollando è riuscito ad uscire in giardino e dopo aver percorso tre o quattro metri si è appoggiato ad alcune macerie di un muretto in pietra ed è finito a terra supino. Perdeva sangue e lentamente anche i sensi. Mario, forse preso dal panico, ha iniziato a girare per casa. E’ probabile che cercasse qualcosa per medicarsi per arrestare la fuoriuscita del sangue dalle mani. E’ salito al piano superiore della casa, si è recato in camera e nel bagno, poi è sceso di nuovo ed è andato nella sala da pranzo dove si è medicato le mani. Le tracce di sangue, piccole gocce, sono state isolate per la tipizzazione o Dna. Bisognerà accertare la compatibilità con quello del 29enne. Alle 21,10 circa Mario ha chiamato l’ambulanza. Gli operatori sanitari del 118 alle 21,20 circa erano sul posto. Non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del padre e allertare i carabinieri. Sul posto si sono precipitati anche il capitano Tamara Nicolai ed il tenente Vittorio Tommaso De Lisa per coordinare le operazioni. A seguire i militari del Nucleo Investigativo di Frosinone per i rilievi di rito, il pm De Franco ed infine il medico legale Lucidi, di turno presso la Procura di Cassino. Mario nel frattempo è stato sedato e stabilizzato. Poco dopo la mezzanotte è stato trasportato in ospedale a Cassino dove è stato sottoposto alle analisi che avrebbero evidenziato l’assunzione di alcol. Qui è rimasto fino alle 14 di ieri. Piantonato dai carabinieri. Gli investigatori, intanto, hanno lavorato fino a notte fonda sulla scena del crimine per poi apporre i sigilli. Ieri mattina il nuovo ingresso per ulteriori approfondimenti. La casa è off limits.
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