Page 11 - Poesie-Natale
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INCANTO E DISINCANTO
Dimenticò a memoria tutti i Natali
a partire dal cinquantasei.
E si avvitò alla terra / per non cadere verso l’alto
ma inciampò sui precetti.
Perché il catechismo e i preti
E ciò che l’infanzia prende sul serio.
Come se qualcuno / le facesse tornare la memoria
proprio adesso che la demenza
occhiava veleno alla finestra.
“Vieni respiro profumato
sciarpa di velluto / stringa senza nodi
uvetta datterina e miele di castagno.
Torna con la prima candela dell’avvento
e l’ultima rosa”
Se ne andò invece.
Solo a tradimento qualche parola abolita dalla lingua.
Amaro a te - gridava –
e fu l’inseguimento un laccio.
Ma il Bambino guance d’albicocca
le bocche a flauto degli angeli cantori
e i pastori / di carne e di gesso.
Nel battistero l’acqua stagnava.
E ora annotta.
La vera notte che schernisce il sonno.
Del luminoso evento rimane soltanto
qualche filamento di spinoso argento.
Maria Benedetta Cerro
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